Tropea, affittano una casa per le vacanze ma è una truffa: disavventura per otto 20enni molisani

Avevano risposto ad un annuncio online e dopo aver pagato 1200 euro di caparra non hanno ricevuto più notizie dai locatori. I carabinieri hanno individuato i due responsabili del raggiro

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di Redazione
23 ottobre 2021
12:12

La risposta ad un annuncio su una casa vacanza a Tropea, il pagamento della caparra e poi più nessuna notizia da parte dei locatori. È la brutta avventura in cui sono incappati otto ventenni molisani (residenti a Bojano, in provincia di Campobasso) che a inizio estate, dopo la fine della scuola, avrebbero voluto trascorrere un periodo di vacanza nella perla del Tirreno.
Le indagini dei carabinieri della Stazione di Bojano hanno fatto luce sulla vicenda, individuando un 39enne del Vibonese e una donna 46enne della provincia di Pavia, già noti alle forze dell’ordine per analoghe truffe perpetrate nell’intera penisola.

La vicenda

I ragazzi, alla ricerca di un appartamento in affitto a Tropea, dopo una breve ricerca sul web, con una delle applicazioni più in voga nel settore, hanno notato in particolare un’inserzione decidendo subito di rispondere. Dopo un iniziale scambio di messaggi a mezzo telefono, hanno ricevuto un preventivo via mail con a tergo le coordinate Iban ove effettuare il versamento della caparra. Riponendo fiducia nelle recensioni, hanno versato 1.200 euro come caparra, in attesa di ricevere poi indicazioni per l’arrivo in zona e il recupero delle chiavi.


Le telefonate a vuoto

Un paio di telefonate senza risposta e la successiva voce registrata “l’utente da lei chiamato non è al momento raggiungibile” hanno fatto sorgere i primi dubbi, che diventano certezza quando uno di loro ha deciso di contattare la titolare del B&B sito nelle immediate vicinanze dell’appartamento e la donna ha confermato ai ragazzi che non vi è nessuna location in affitto e che aveva già ricevuto numerose telefonate da altre parti d’Italia per la medesima richiesta.
Le indagini dei carabinieri hanno permesso di risalire ai due truffatori, alle loro esatte generalità nonché di ricostruire i movimenti del conto corrente intestato alla donna, che era anche l’interlocutrice e la titolare della casella di posta elettronica utilizzata per l’invio del preventivo.

 

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