INTERVISTA VIDEO | Il procuratore capo rassicura: screening necessario per fugare ogni dubbio. Po l'elogio alla sanità vibonese: «L'Asp ha saputo fronteggiare benissimo questa emergenza e va riconosciuto»
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Prima i test sierologici che avevano alimentato il timore che all'interno del Tribunale di Vibo Valentia potesse esistere un focolaio di contagio da Covid 19, poi i tamponi a tappeto, che nelle ultime ventiquattr'ore avevano trasformato gli uffici giudiziari in una sorta di ospedale da campo. Ora gli esiti, confortanti. «Non esiste alcun focolaio», dice ai nostri microfoni il procuratore della Repubblica Camillo Falvo.
Nella videointervista realizzata dalla nostra redazione, e che vi proponiamo in versione integrale, l'alto magistrato spiega quanto è avvenuto a Vibo Valentia. Uno screening richiesto di concerto con il presidente del Tribunale Antonio Erminio Di Matteo: i risultati degli oltre 70 tamponi effettuati sono stati quasi tutti consegnati ed hanno confermato come nessuno sia stato infettato dal Covid 19. I test hanno interessato sia i magistrati che il personale interno, ma anche alcuni avvocati.
Nella videointervista, il procuratore Falvo spiega anche in che termini il lockdown e le restrizioni adottate sin dall'inizio del mese di marzo dal Governo hanno condizionato il funzionamento della macchina giudiziaria. Al contempo, il capo della Procura ha inteso elogiare l'operato della task force guidata dal commissario dell'Asp di Vibo Valentia Giuseppe Giuliano: «Spesso - ha spiegato Camillo Falvo - la sanità è stata oggetto di critiche e contestazioni. Soprattutto a Vibo Valentia, nel passato. Noi, in questa circostanza, siamo stati testimoni di grande efficienza e posso dire che l'emergenza coronavirus qui a Vibo Valentia sia stata gestita molto bene. Quando va riconosciuto... Va riconosciuto».