Zero euro in finanziaria avevano seppellito definitivamente le speranze di poter vedere riaperti i battenti del tribunale di Rossano, brutalmente scippato al suo territorio nel 2012. Ma le novità che si stanno susseguendo in queste ore stanno riaccendendo quella fiammella, seppur flebile.
Ad alimentarle è il sottosegretario alla Giustizia, Andrea Delmatro Delle Vedove che ieri, in Senato, rispondendo ad una interrogazione del senatore Zanettin, ha annunciato l’istituzione del nuovo tribunale della Pedemontana Veneta, con sede a Bassano del Grappa.
Sì, proprio uno di quei tribunali che insieme a quello di Rossano erano stati cancellati dalla cartina geografica e dai territori con un solo e irragionevole colpo di gomma pane, in quella più complessiva e astrusa riforma della geografia giudiziaria che non ha tenuto conto della composizione dei territori, anche dal punto di vista sociale, orografico, infrastrutturale e della densità criminale.
Delmastro in Senato ha fatto riferimento «ad un sopralluogo svolto presso la cittadella della giustizia a Bassano del Grappa», del tutto simile a quello avvenuto a Rossano nei mesi scorsi in cui il sindaco Flavio Stasi aveva fornito ampie garanzie nel (ri)mettere a disposizione – almeno per il momento – l’immobile che fino al 2012 ha ospitato il tribunale, di proprietà del Comune di Corigliano Rossano.
«L'atto di sindacato ispettivo – ha detto ancora il sottosegretario alla giustizia a Palazzo Madama – offre l'occasione per annunciare la presentazione a stretto giro di posta, da parte del Governo, di uno schema di disegno di legge che prevede una revisione di quella che riteniamo politicamente essere stata l'infausta stagione della revisione della geografia giudiziaria, con la riapertura di alcune sedi soppresse rispetto alla riforma del 2012».
Basterebbe, quindi, quel passaggio su “alcune delle sedi soppresse” ad infondere rinnovata fiducia su una soppressione – con relativo accorpamento al di molto “più piccolo” tribunale di Castrovillari – che da queste parti ha lasciato ferita ancora pulsante.

Da “Rossano” alla… “Sibaritide”.

Certo, anche in virtù del fatto che al ministero della Giustizia sono dell’idea di creare «nuove aree vaste» potrebbe risultare ormai anacronistico pensare alla riapertura sic et sempliciter del tribunale di Rossano – nella sua storia secolare anche sede di Corte d’Assise – ma all’istituzione, piuttosto, di un nuovo foro della Sibaritide, con sede a Corigliano Rossano.

Sempre Del Mastro, in una visita al carcere di Rossano a marzo 2023 aveva lasciato aperto non uno spiraglio ma un portone. «Siamo per la revisione della geografia giudiziaria. E siamo per creare – aveva detto allora – aree vaste nuove in cui si possono aprire nuovi tribunali, con una geografia di competenza diversa, su aree omogenee che presentino gli stessi problemi o una omogeneità socio-economica, imprenditoriale, culturale, per riportare la presenza dello Stato sul territorio. Su questo profilo mi pare di poter dire, senza timore di smentita, che è più importante aprire un tribunale in Calabria di quanto non lo sia in Piemonte».

Cos’ha riferito Delmastro in Senato

Una cosa è certa: qualora si dovesse riaprire o istituire un nuovo tribunale, l’operazione dovrà essere a costo zero, proprio perché in Manovra non è stato previsto un solo euro.
Al ministero della Giustizia, invece, toccherà la «la predisposizione delle piante organiche del personale della magistratura e amministrativo» che «verrà naturalmente realizzata – ha sottolineato ancora Delmastro – sulla base di criteri adeguati alle realtà di riferimento, che terranno conto delle dimensioni territoriali del presidio, del bacino di utenza, nonché del preventivabile flusso in entrata delle iscrizioni, tanto in materia civile quanto in materia penale. L'effettiva determinazione delle piante organiche sarà evidentemente affidata ad atti di normazione secondaria rispetto all'annunciato atto di normazione primaria della revisione della geografia giudiziaria. Va detto che, in ogni caso, non verranno aperti uffici giudiziari cosiddetti a stralcio, posto che, una volta che sarà definito il circondario di riferimento, la dotazione organica dovrà, necessariamente e sin da subito, essere adeguata alla pronosticabile domanda di giustizia proveniente da quel bacino e dall'ipotetico e prescelto territorio».
«L'attenzione del Ministero della Giustizia è massima – ha sottolineato ancora il sottosegretario – e consentirà di dare le migliori risposte alle richieste di efficienza del servizio di giustizia che vengono da diversi territori, oltre evidentemente a Bassano del Grappa; provenienti, peraltro, anche dalle realtà insulari, la cui dignità è stata elevata, nell'erogazione di taluni servizi, financo a rango costituzionale, o da altre aree interne, caratterizzate da condizioni particolari, soprattutto come presidi di legalità contro le criminalità organizzate».
In altre parole, il Ministero «ritiene che, dopo attenta analisi, la stagione dell'arretramento dello Stato nei presidi di legalità sul territorio sia assolutamente finita e che, anzi, sia ora di invertire quella tendenza che riteniamo essere stata per molti aspetti, nell'erogazione di servizio di giustizia e nelle luci di legalità accese sul territorio, decisamente sciagurata».
«Il Governo, insieme all'annunciato atto normativo sulla revisione della geografia giudiziaria, realizzerà una revisione complessiva. Ed è per questo che una serie di sopralluoghi ha investito nel caso specifico Bassano del Grappa, ma anche altri territori, per scegliere le destinazioni migliori per iniziare a invertire una stagione della revisione della geografia giudiziaria contrassegnata e contraddistinta dalla soppressione dei tribunali. Riteniamo decisamente migliore una stagione della revisione della geografia giudiziaria in cui, invece, si istituiscano nuovi tribunali e, quindi, si riaccendano luci di legalità sul territorio – ha concluso Delmastro Delle Vedove – offrendo una giustizia di prossimità e un servizio più vicino al cittadino».

La fiammella della speranza

La fiammella della speranza, quindi, potrebbe essere riaccesa da questi elementi, perché nelle battaglie per la riapertura, da “sempre”, Bassano e Rossano stanno camminando a braccetto, insieme a pochi altri fori che condividono le stesse aspettative. Insomma, non resta da fare altro che attendere l’approdo del testo normativo in uno dei prossimi Consigli dei Ministri.