Il giovane, di Filogaso nel Vibonese, si è sentito male a metà del tragitto. Il comandante è stato costretto a rientrare a Caselle perché non c’era la possibilità di atterrare altrove. L’Azienda sanitaria locale: «Due medici sono intervenuti sull’aeromobile e un terzo è salito appena ha toccato terra, nessun ritardo dell’ambulanza»
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Era calabrese, ma risiedeva per motivi di lavoro in provincia di Cuneo, a Vezza D'Alba, l'uomo di 35 anni (Giuseppe Stilo, originario di Filogaso in provincia di Vibo) che questa mattina è morto per un arresto cardiaco mentre si trovava a bordo di un aereo all'aeroporto di Caselle (Torino). Il velivolo era diretto a Lamezia Terme. Partito per la Calabria era rientrato quando il 35enne è stato colto dal malore. A quanto si apprende l'uomo stava viaggiando insieme alla moglie, originaria di Pizzo, che era seduta a qualche sedile di distanza dal marito.
Come riportano le testate del gruppo Gedi, il giovane avrebbe accusato un malore quando l'aereo era quasi a metà tragitto. A quel punto il comandante avrebbe fatto richiesta per un atterraggio di emergenza, ma nessuno degli aeroporti contattati avrebbe dato l'assenso e il velivolo è dovuto rientrare a Torino.
Sulla pista è giunta l'ambulanza che però sarebbe rimasta bloccata per una decina di minuti perché serviva la scorta. Su tale circostanza Soget, la società che gestisce lo scalo aeroportuale, precisa: «Il comandante ha fatto immediato rientro all'aeroporto di Torino dove l'aereo era atteso in pista dall'ambulanza aeroportuale e dal personale medico aeroportuale. Medico e infermiere sono saliti immediatamente a bordo dell'aereo e hanno prestato soccorso al passeggero che purtroppo è deceduto». La Procura di Torino si sarebbe interessata alla vicenda e attende i primi rapporti degli operatori intervenuti sul posto per aprire un fascicolo.
La replica dell'Asl: «Nessun ritardo nei soccorsi»
Non c'è stato nessun ritardo nei soccorsi. Lo afferma l'Asl To4, in una nota. «A causa di un malore del passeggero, l'aeromobile diretto a Lamezia Terme ha fatto rientro a Torino con procedura di emergenza - spiegano dall'azienda sanitaria - a bordo del velivolo intanto due medici passeggeri del volo hanno cominciato le manovre di rianimazione cardio polmonare coadiuvati dal personale di bordo, che ha messo a disposizione il defibrillatore semi automatico presente in aereo». Prima dell'atterraggio i medici hanno erogato due scariche con il defibrillatore. «Nel frattempo il personale sanitario in servizio presso il pronto soccorso aeroportuale si preparava in pista a prestare soccorsi e la centrale operativa 118, allertata sulla situazione, provvedeva ad inviare l'ambulanza di base di Borgaro Torinese, seguita dal mezzo con medico ed infermiere con sede a Venaria», sottolinea l'Asl, evidenziando che all'arrivo dell'aereo «il medico in servizio presso l'aeroporto saliva immediatamente a bordo e provvedeva ad erogare la terza scarica con il Dae e a somministrare dell'adrenalina». Infine due volontari dell'ambulanza del 118, una volta saliti a bordo, hanno aiutato i sanitari che già prestavano soccorso nel continuare le manovre rianimatorie. «Si precisa che la prima ambulanza con i volontari era attesa al varco e ha impiegato circa 2 minuti per accedere al sedime aeroportuale (nel frattempo il paziente aveva tre medici con defibrillatore e adrenalina che lo stavano assistendo) mentre la medicalizzata del 118 è entrata immediatamente», conclude la nota dell'Asl.