Nuova protesta dei lavoratori del consorzio di bonifica di Trebisacce questa mattina davanti alla sede dell’ente. Oltre a un centinaio di maestranze, tra addetti all’irrigazione, impiegati e dipendenti in pensione che non riescono a percepire da anni il Tfr, anche i sindaci del territorio che in una nota al Prefetto di Cosenza Vittoria Ciaramella hanno chiesto la convocazione di un tavolo istituzionale per risolvere la vertenza alla presenza della Regione Calabria, del Consorzio di Bonifica, delle organizzazioni sindacali e dei sindaci. I primi cittadini esprimono solidarietà ai lavoratori e alle loro famiglie per il momento difficile che attraversano, aggravato dalle condizioni di crisi del Paese con i rincari del costo della vita.

Presenti i rappresentanti di Cgil-Cisl e Uil (Federica Pietramala, Antonio Pisani, Marco Stillitano) e il segretario generale della Cgil Sibari-Tirreno-Pollino Giuseppe Guido i quali  confermano la richiesta di dimissioni del presidente del consorzio Marsio Blaiotta. Al vaglio delle organizzazioni sindacali l’ipotesi di presentare un esposto denuncia alla Procura della Repubblica del Tribunale di Castrovillari. Tensioni nel corso della giornata quando un gruppo di lavoratori ha tentato di occupare la statale 106.  In queste ore è stato erogato solo uno degli stipendi dei sette vantati. Ma la situazione è davvero complessa.

Il presidente del consorzio Marsio Blaiotta rompe il silenzio e nell’esprimere la più ampia solidarietà ai lavoratori sottolinea come gli stessi abbiano svolto con responsabilità le attività del consorzio anche durante il periodo della pandemia.  Blaiotta analizza le cause della crisi, parla di un mutuo che Governo e Regione hanno autorizzato i cui fondi avrebbero coperto le falle dovute ai mancati introiti derivanti dai ruoli bloccati da circa 2 anni. «Non siamo riusciti ad accedere al mutuo perché siamo ostaggio di Unicredit (che ha segnalato al Crif il consorzio come “cattivo pagatore”) e del Dipartimento Agricoltura della Regione Calabria. Non pagai le quattro rate di un mutuo (acceso per risanare i debiti dell’ex consorzio di bonifica Sibari-Crati), avendo i ruoli bloccati, per garantire gli stipendi ai dipendenti».

Blaiotta ricorda come nel 2020 abbia pagato 13 mensilità, nel 2021 15 mensilità e 8 mensilità nel 2022. «Da oltre un anno, continua Blaiotta, stiamo lottando per la rimodulazione del mutuo e ancora non si è pervenuti alla definizione. Per le stesse ragioni (segnalazione al Crif) non sono potuto ricorrere all’anticipazione di cassa a differenza degli anni scorsi». Il massimo responsabile consortile punta l’indice contro il Dipartimento della Regione Calabria «che da più giorni sta sbandierando l’assegnazione di 6 milioni ai consorzi per il Covid in 2 anni. Per quanto mi riguarda ho ricevuto soltanto 450mila euro. Una ripartizione iniqua delle somme, erogate a pioggia, per tutti i consorzi senza effettuare le dovute distinzioni». Per uscire dall’impasse «occorre immediatamente rimodulare il mutuo (Il dipartimento ha un ruolo decisivo) e procedere alla cancellazione al Crif. Così facendo, conclude Blaiotta, il consorzio incassa 4 milioni e 200mila euro (i soldi non incassati nel 2020 e 2021) che l’ente ripianerà in 5 anni con gli interessi a carico dello Stato. Ciò consentirà anche di ricorrere all’anticipazione di cassa e affrontare la campagna di irrigazione per affrontare la prossima stagione». Il problema tocca un po’ tutti i consorzi calabresi: ben 8 su 11 sono in arretrato con le mensilità ai dipendenti.