VIDEO | La struttura che avrebbe dovuto servire 6 comuni dell’area a cominciare da Pizzo fu costruito 12 anni fa. Da allora è preda di vandali e ladri che hanno portato via quasi tutto. Il consigliere regionale De Nisi: «L’opera può essere recuperata e resa funzionante, ecco come»
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Il cancello è chiuso con un lucchetto ma varcarlo non è un’impresa impossibile. L’unico vero ostacolo sono le erbacce che avvolgono ogni cosa. Nascosta tra i rovi c’è una delle tante incompiute del Vibonese: l’impianto di depurazione consortile dell’Angitola concepito nel 2009 e finito di realizzare tre anni dopo. Mancavano solo le opere accessorie, che detto così magari non rende l’idea, perché si tratta dei collettamenti con i 6 Comuni che l’impianto dovrebbe servire: Pizzo, Filadelfia, Francavilla, Polia, Capistrano e Monterosso. Dovrebbe, appunto. Perché dopo 12 anni e 3,5 milioni di euro già spesi, il depuratore consortile è ancora una chimera. Eppure la sua entrata in funzione potrebbe rappresentare una svolta ambientale per questo tratto di costa che ospita anche habitat unici e attenzionati a livello europeo, come le Dune dell’Angitola. E poi c’è il mare “verde”, quello della abnorme fioritura algale, che quest’estate ha rovinato le vacanze di molti turisti da Pizzo a Lamezia.
Insomma, il depuratore consortile rappresenterebbe la direzione giusta verso la quale muoversi per cambiare la situazione ma in tutti questi anni nulla è stato fatto.
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