Catia Villirillo spiega l'idea di una Casa della memoria dedicata alle vittime di reato: «Sarà un luogo dove ricordare le tante ragazze e ragazzi uccisi»
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Il 13 gennaio di tre anni fa veniva ucciso Giuseppe Parretta, il 18enne freddato a colpi d’arma da fuoco nella sede dell’associazione Libere Donne, presieduta dalla madre, Catia Villirillo, nel centro storico di Crotone. A sparare, Salvatore Gerace, condannato all’ergastolo in primo grado. Nel giorno del terzo anniversario della morte, la mamma annuncia che, proprio nei locali dell’associazione, sarà realizzata una Casa della Memoria delle vittime di reato.
Giustizia lenta
«Ancora lungo –si legge in un comunicato stampa diramato dalla Lega Italiana dei Diritti dell’Uomo - il percorso giudiziario della famiglia di Giuseppe per avere la certezza di una pena definitiva, ed è emblematico che in casi come questo le vittime sopravvissute a reati orribili debbano aspettare anni per avere giustizia. Per questo la Lega Italiana dei Diritti dell’Uomo in collaborazione con l’Associazione Libere Donne di Crotone, il gruppo Facebook Amore Criminale e tutte le altre sigle associative che via via stanno entrando a pieno titolo nel progetto “I Diritti Umani violati delle vittime di reato”, hanno voluto realizzare già tre webinar svolti con grande successo di pubblico, per approfondire e trovare soluzioni ad una realtà spesso sottaciuta e poco attenzionata anche dalle Istituzioni. Non solo questi nostri ragazzi che potevano essere figli di ognuno di noi pagano con la morte il loro amore per la vita, ma i genitori e fratelli sopravvissuti si trovano ad affrontare un calvario che è un vero e proprio inferno per tutta la loro esistenza».
La Casa delle Memoria
«Giuseppe è vivo nel mio cuore ed in quello di chi lo ama, ogni giorno, ogni attimo - afferma Villirillo nella nota - È da tempo che è maturata in me l’idea di creare una Casa della Memoria all’interno dei locali dell’associazione Libere Donne a Crotone. Sarà un luogo dove con una targa dedicata ad ognuno dei ragazzi e ragazze barbaramente uccisi, si potrà ricordarli per sempre riflettendo sulle loro storie. Ognuna di noi ha la sua terribile data di morte scandita nella mente e nel cuore, ricordare i nostri ragazzi come martiri e angeli del bene li farà restare vivi nella memoria di tutti, esempio di generosità ed amore in contrasto alla prepotenza ed il bullismo. Giuseppe ha perso la vita per salvare la sua famiglia e questo non va mai dimenticato, era generoso ed il mondo con lui perde un adulto che avrebbe diffuso sentimenti d’amore e di amicizia».
La Lidu ricorda le mamme di altre vittime innocenti di reto: Giovanna Zizzo madre di Laura uccisa a 11 di età dal padre Roberto Russo; Vera Squatrito mamma della 20enne Giordana di Stefano uccisa con 48 coltellate dal suo ex fidanzato; Gigliola Bono madre di Monia Del Pero uccisa dal suo ex fidanzato a 19 anni.
Cambiamento culturale
«L’iniziativa Casa della Memoria delle Vittime di Reato – si legge ancora nella nota - servirà quindi a calendarizzare le celebrazioni in memoria di questi giovani Angeli affinché siano portatori di un messaggio d’amore e di solidarietà, tutti uniti per un cambiamento culturale del nostro Paese, perché mai più accada una morte come la loro».
«Un risultato realizzabile solo lavorando sul territorio, nelle scuole – aggiunge Villirillo – ma anche inserendo nelle nostre leggi tutto quello che ci proviene dalla disciplina vittimologica, per arrivare all’obiettivo di garantire alle vittime pari trattamento garantista di chi si è macchiato del reato di omicidio o di violenza fisica grave, mentre allo stato attuale così non è: il reo è garantito, la vittima no».
La rete
«Nel gruppo di lavoro costituito da poco più di un mese – informa ancora la nota - figurano anche, oltre l’Osservatorio Vittime della Lidu onlus presieduto dall’Avvocato Gian Marco Cesari, il Giudice Marco Bouchard presidente Onorario di Rete Dafne, Sabrina Massa coordinatrice Gruppo Amore Criminale su Facebook (oltre 25mila iscritti), l’avvocato Emanuele Procopio, la Prof. Annamaria Giannini, psicologa e Professore Ordinario di Psicologia generale all’università La Sapienza, il prof. Augusto Balloni, presidente della S.I.V. Società Italiana di Vittimologia, l’Avvocato Jessica Tassone».
A dare il proprio contributo, «anche le altre vittime di reato, i cui cari troveranno spazio nella come Valeria Scoleri moglie di Stefano d’Arca assassinato a Crotone; Federica Pagani, moglie di Pietro Raccagni morto a 53 anni durante una rapina nella sua abitazione; Filomena Lamberti che a 53 anni è stata sfigurata con l’acido dal marito; Grazia Biondi vittima per anni di gravi maltrattamenti dell’ex marito; Linda Moberg massacrata di botte dall’ex marito; Rossella Fede presidente dell’associazione Codice Rosso di Scicli; Agnese Manfuso gambizzata dall’ex in un parcheggio; e poi ancora vittime di maltrattamenti e violenza Giorgia Luzi, Lucien Regina Scapin e Mihaela Maria Fagadau».