Mentre il ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture Matteo Salvini scende in Calabria per inaugurare il primo Intercity ibrido che collegherà Reggio Calabria a Taranto, senza perdere occasione di parlare della realizzazione del Ponte sullo Stretto di Messina, la nostra Regione, riguardo al trasporto pubblico locale su gomma, sembra avere figli e figliastri. Si tratta di una situazione che ormai è diventata molto pesante per alcune aziende calabresi che sono in credito di centinaia di migliaia di euro. Il Tribunale civile di Catanzaro, sul punto, si è espresso in maniera chiara e ha ordinato alla Regione Calabria di erogare quel 5% di contributi che è stato negato alle aziende calabresi in quanto all’epoca – parliamo del periodo dal 1997 fino ai primi anni del Duemila – le casse regionali non erano così floride da saldare tutte le somme. Milioni e milioni di euro, non briciole insomma.

La situazione è la seguente: la Regione Calabria paga ogni due mesi una trimestralità alle società di trasporto pubblico locale su gomma che sono tutte finanziate dall’Assessorato regionale. Nel corso degli anni, però, l’Ente ha trattenuto una piccola somma per ogni annualità, cioè quel famoso 5% sul totale dei contributi economici dovuti. I titolari delle trenta ditte che ogni giorno trasportano migliaia di calabresi da nord a sud, hanno atteso per diverso tempo prima di rivolgersi alla magistratura. Poi sono partiti i ricorsi che le aziende hanno vinto, ottenendo la condanna della Regione Calabria relativamente al pagamento del 5% trattenuto nell’ultima fase in cui era in vigore la Lira fino ai primi anni dell’entrata in vigore dell’Euro.

A seguito del provvedimento emesso dal giudice civile, la Regione Calabria, solo nell’ultimo periodo si è data da fare, pubblicando decreti che autorizzano il pagamento di quelle somme arretrate. L’anomalia sta nel fatto che la Cittadella, o meglio i burocrati che lavorano nella sede di Germaneto, hanno deciso di saldare prima le aziende più grandi (Lirosi, ex aziende municipalizzate; Consorzio autolinee tpl; Federico; La Valle; Saj; Bilotta Antonio s.r.l.; Scura-IAS) mentre le altre sono rimaste con il cerino in mano. A fronte di un esborso di circa 10 milioni di euro, altrettanti sono fermi nelle casse regionali. Perché oggi il problema, a quanto pare, non è relativo a una mancanza di liquidità, ma al fatto che qualche dirigente abbia deciso inopinatamente di congelare quelle somme.

Di recente, inoltre, una delle aziende di trasporto pubblico locale su gomma, recandosi negli uffici regionali, ha preso atto che la somma dovuta era stata ulteriormente decurtata e ha deciso di non accettare.

Quali sono le risposte fornite alle ditte, più di venti, che ad oggi si sentono “figli di un Dio minore”? Che i pagamenti saranno fatti. Ma quando? Da settimana in settimana siamo passati ad anni di attesa. L’Assessorato, secondo quanto trapela, ha rimandato la questione al pool di avvocati. In realtà, c’è poco da confrontarsi. I giudici si sono espressi, è il momento di eseguire e soddisfare le esigenze delle altre aziende che non possono pazientare ancora per contributi regionali che spettano di diritto.