Era il 20 agosto del 2018 quando una piena travolse e uccise dieci persone. Alla celebrazione presieduta dal vescovo di Lungro, hanno preso parte anche l'assessore regionale Gallo e i soccorritori che operarono in quelle drammatiche ore
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Si è riunita in preghiera con il vescovo dell’eparchia di Lungro, monsignor Donato Oliverio, la comunità di Civita nel secondo anniversario della tragedia del Raganello. Era il 20 agosto del 2018 quando intorno alle 14 l’onda anomala del torrente travolse e uccise dieci persone, nove turisti e la guida cerchiarese Antonio De Rasis. Una pagina dolorosa che la comunità di Civita non dimentica ed ogni anno ricorda con un momento di intensa preghiera e commozione. Alla cerimonia presso la chiesa di Santa Maria Assunta sono presenti il sindaco di Civita, Alessandro Tocci, il sindaco di Frascineto, Angelo Catapano, il presidente del Parco del Pollino, Domenico Pappaterra, e l’assessore regionale all’agricoltura, Gianluca Gallo.
Numerosi rappresentanti delle forze dell’ordine, polizia, carabinieri, guardia di finanza, protagonisti dei salvataggi di quelle ore drammatiche insieme ai volontari della Protezione civile e del soccorso alpino della Calabria che per due giorni cercarono i corpi delle vittime insieme al personale dei vigili del fuoco giunto da tutto il sud Italia.
«Per non dimenticare un pensiero va alle dieci vittime perché è stata una tragedia epocale per Civita, per il comprensorio e per l’intera Calabria - ha commentato Gianluca Gallo al suo arrivo a Civita - Sono venuto qui per dare una testimonianza di vicinanza della Regione Calabria alla comunità di Civita anche per immaginare percorsi perché dobbiamo riconsegnare al pubblico la fruizione delle gole».
«La preghiera è come luce che illumina il tempo. La vita del Cristiano con le sue inevitabili inquietudini e sofferenze ha bisogno della presenza di Dio - ha ricordato monsignor Oliverio -. Siamo qui oggi per pregare e commemorare. Ricordare per non dimenticare la straziante tragedia che ha travolto due gruppi escursionisti lungo le gole del Raganello causando dieci morti. Rivolgiamo la nostra preghiera a Dio e affidiamo alla sua Misericordia tutte quelle persone che hanno perduto la vitta. Ricordarli è necessario, anzi doveroso. Vogliamo rivolgere ai familiari - ha concluso - la nostra vicinanza e partecipazione fatta non di parole di circostanza ma di riflessione silenziosa e di preghiera».