Si tratta di Giacomo De Marco. Era amministratore dell'impresa che costruì il palazzetto dello sport, il cui distacco del tetto provocò il fatale incidente
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Anche l'ex sindaco di Maierà, Giacomo De Marco, 63 anni, figura tra le nove persone rinviate a giudizio dal Gup del tribunale di Lagonegro, accusate a vario titolo di omicidio colposo e lesioni personali colpose, nell'ambito dell'inchiesta sulla morte di una giovane psicologa, Giovanna Pastoressa, 28 anni, deceduta a Lauria in seguito al crollo di una palestra. L'episodio risale al 13 dicembre 2019.
Drammatica vicenda
Il decesso della dottoressa, dopo tre giorni di agonia, fu causato da una fatale carambola di eventi: per il forte vento, si sganciò la copertura del PalaAlberti, il palazzetto comunale. La struttura finì col precipitare su una palestra causandone lo sfondamento del tetto. In seguito al crollo, Giovanna Pastoressa perse la vita. Altre sei persone rimasero gravemente ferite. De Marco è coinvolto nel procedimento giudiziario in qualità di amministratore dell'azienda di costruzioni che realizzò il Palalberti, inaugurato nel 2009.
Sganciamento sospetto
Secondo i periti tecnici incaricati dal giudice nella fase preliminare delle indagini, lo sganciamento del tetto del palazzetto sarebbe da ricondurre «alla rottura della parte superiore delle forcelle in cemento armato che servivano ad alloggiare le travi principali in legno lamellare». Sempre secondo i consulenti, questo fenomeno si sarebbe verificato «per una serie di errori ed omissioni che hanno caratterizzato indistintamente le fasi di progettazione, realizzazione e di controllo dell’opera». Per questo la Procura ha chiesto il processo per tutti coloro che hanno operato nella progettazione e nella realizzazione del palazzetto.
Ex amministratore
Giacomo De Marco ha ricoperto la carica di sindaco di Maierà dal 2001 al 2008 e, successivamente, dal 2013 al 2023. In quest'ultima fase, tuttavia, ha scontato un periodo di sospensione dalle funzioni, in applicazione della Legge Severino, perché coinvolto in una inchiesta giudiziaria della Procura di Paola per bancarotta fraudolenta. Reato per il quale De Marco è stato poi condannato in primo grado a 2 anni e 8 mesi di reclusione, insieme al figlio Gino, condannato a 2 anni di reclusione.