A seguito delle indagini di polizia economico – finanziaria eseguite nell’ambito dell’operazione denominata “Puerto Connection”, costantemente coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica di Reggio Calabria, militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza hanno dato esecuzione a un decreto di confisca emesso di beni immobili, autovetture e disponibilità finanziarie per oltre 1,3 milioni di euro nei confronti di Antonio Femia, 36 anni, già indagato nell’ambito dell’operazione “Puerto Liberado” volta al contrasto del traffico internazionale di sostanze stupefacenti, ed arrestato il 20 gennaio 2015 dopo una latitanza di oltre sei mesi.

Chi è Antonio Femia

In tale contesto Femia, quale affiliato con i ruoli, nel tempo, di “picciotto”, “sgarrista” e “camorrista” alla cosca di ‘ndrangheta Ursino egemone nel territorio del comune di Gioiosa Ionica, emergeva come uno dei promotori di una associazione per delinquere – capeggiata dai fratelli Giuseppe e Alfonso Brandimarte, articolata su più livelli comprensivi di squadre di portuali infedeli, dotata di elevatissime disponibilità finanziarie e dedita al traffico internazionale di sostanze stupefacenti – per conto della quale curava la raccolta del denaro necessario all’importazione di ingenti partite di cocaina.

128mila occultati nel vano motore

Emblematico, a tal riguardo, il sequestro di oltre 128.000 euro in contanti, rinvenuti nel giugno 2015 in occasione del fermo di polizia giudiziaria del padre di Femia stesso, occultati nel vano motore dell’autovettura su cui viaggiava. Detta somma, come veniva successivamente accertato, rappresentava il “corrispettivo” per un’importazione di cocaina proveniente dalla Colombia e recuperata presso lo scalo portuale di Vado Ligure.

Il traffico di droga dalla Colombia alla Calabria

Secondo quanto ricostruito infatti, lo stesso Femia, mediante continui viaggi in Sud America, era in grado di interfacciarsi con una serie di sodali e fornitori di cocaina in America latina al fine di pianificare e di fatto realizzare una serie di importazioni di sostanze stupefacenti, con origine dai porti panamensi di Cristobal e Balboa e con destinazione il porto di Gioia Tauro.

I beni confiscati

Sigilli a una villa con finiture di pregio, un appartamento, tre terreni, un’impresa, due autovetture, cinque rapporti finanziari - oltre ai menzionati 128.000 euro in contanti per un valore complessivo di euro 1.348.567,98.


Salgono così a euro 5.681.258,98 i valori dei beni mobili, immobili e finanziari complessivamente confiscati nell’ambito della richiamata operazione “Puerto Connection” .