Il professionista era finito agli arresti domiciliari, in qualità di direttore tecnico della società Eco Futuro avrebbe conseguito ingiusti profitti dall'irregolare smaltimento
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Il Tribunale della Libertà di Catanzaro - presidente Filippo Aragona, a latere Valeria Isabella Valenzi e Giuseppe De Salvatore - ha ordinato l’immediata liberazione di Liberato Acanfora, dottore commercialista lametino di 59 anni, rimasto coinvolto lo scorso 18 giugno nell'inchiesta istruita dalla direzione distrettuale antimafia di Catanzaro e che aveva ricostruito un presunto traffico illecito di rifiuti all'interno del campo rom di località Scordovillo a Lamezia Terme.
Torna in libertà
Liberato Acanfora, era stato raggiunto da una ordinanza di custodia agli arresti domiciliari. La Procura aveva avanzato richiesta di custodia cautelare in carcere, tuttavia, non convalidata dal Gip distrettuale. L’indagato, col patrocinio dei suoi avvocati Nunzio Raimondi e Manuela Costa, si era rivolto al Tribunale con richiesta di riesame che è stata discussa il 6 luglio scorso. In tale sede il sostituto procuratore, Chiara Bonfadini, aveva insistito per il rigetto del riesame.
Annullata l'ordinanza
I difensori, d’altra parte, con un’articolata memoria hanno dimostrato l’assoluta estraneità dell'indagato, Liberato Acanfora, a tutte le accuse contestate. In particolare, l'accusa è quella di traffico illecito di rifiuti perchè in qualità di responsabile tecnico della società Eco Futuro e al fine di conseguire un ingiusto profitto consistito nel realizzare un vantaggio economico indiretto mediante una sensibile riduzione dei costi aziendali medi da sostenere per procedere al regolare smaltimento degli stock di rifiuti con più operazioni gestiva abusivamente in assenza e in violazione delle autorizzazioni ingenti quantitativi di rifiuti. Oggi l’annullamento dell’ordinanza genetica per insussistenza del quadro indiziario e l’ordine di immediata liberazione dell’indagato.