Francesco Fondacaro rimane comunque in carcere per un altro reato contestato nella stessa operazione
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Il Tribunale delle Libertà di Reggio Calabria ha annullato l’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip nei confronti Francesco Fondacaro, accusato di associazione a delinquere finalizzata allo smercio di sostanze stupefacenti.
Il 25 marzo 2021, nell’ambito dell’operazione Joy’s Seaside, la polizia di Gioia Tauro aveva dato esecuzione ad una serie di misure cautelari in carcere nei confronti di più persone accusate, a vario titolo, dei reati di associazione a delinquere finalizzata al narcotraffico internazionale, concorso in detenzione, vendita e cessione a terzi di sostanze stupefacenti, anche in ingente quantitativo, del tipo cocaina, hashish e cannabis sativa, concorso in detenzione di armi e munizioni, danneggiamento ed estorsione.
Francesco Fondacaro era stato tratto in arresto perché accusato di far parte dell’associazione, nonché per un episodio di cessione di sostanza stupefacente.
In prima battuta il Tribunale del Riesame aveva confermato la misura. La Corte di Cassazione, il 20 ottobre 2021, intervenuta a seguito del ricorso degli avvocati Guido Contestabile e Girolamo Curti, aveva ritenuto che gli elementi indiziari a carico del giovane non fossero sufficienti a confermare la misura nei suoi confronti, aveva annullato l’ordinanza custodiale con riferimento al reato associativo rinviando al Tribunale del Riesame di Reggio Calabria per una nuova valutazione.
I Giudici reggini, chiamati a valutare nuovamente la posizione di Fondacaro tenendo conto dei principi di diritto espressi dalla Suprema Corte, hanno annullato l’ordinanza di custodia cautelare emessa con riferimento al reato di associazione a delinquere finalizzata al narcotraffico.
Fondacaro, comunque, rimane in carcere per un altro reato contestato nella stessa operazione Joy's Seaside