Anche le formiche, nel loro piccolo, si riscaldano. Rievocando l’opera cult di Gino&Michele verrebbe da sorridere se non fosse che il tutto accade all’ospedale di Locri la cui condizione igienica, dopo il caso dell’erba selvatica nelle toilette, in questo periodo non è propriamente ai massimi storici. Tra la flora dei bagni e la fauna dei termosifoni nel corridoio, a pochi metri dallo sportello riservato al rilascio dei ticket, e ascensori non funzionanti, per il nosocomio locrese quello che inizia oggi sarà l’ennesimo weekend di passione.

 

Da 48 ore infatti la tac della Radiologia è andata ancora una volta ko, con le ambulanze costrette a sobbarcarsi la trasferta fino a Polistena per esami diagnostici, mentre sui monitori dei pc negli uffici amministrativi è comparso il cartello di assenza di segnale internet. Le strumentazioni obsolete unitamente ai servizi negati spingono molti pazienti a rivolgersi a strutture private, tra l’indifferenza dei vertici dell’Asp e la preoccupazione della Uil-Fpl, le cui denunce sulle carenze dell’ospedale locrese ormai non si contano più. «Non si può continuare così – sostiene il segretario del sindacato Nicola Simone – la situazione è nota da anni e pagarne il prezzo saranno anche i medici».

 

Intanto si attende l’esito della visita ispettiva del Nas di Reggio, la cui relazione sarà presto sul tavolo del commissario generale alla sanità calabrese Saverio Cotticelli verso cui sindaci e cittadini ripongono le ultime residue speranze di ripristinare servizi e condizioni accettabili per l’unico presidio sanitario presente sul territorio.

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