VIDEO-FOTO | Restano in vita solo due divisioni riammodernate e il presidio del 118. La dialisi è in crisi per mancanza di personale, mentre il resto della struttura in un paese civile non potrebbe ospitare nessun presidio sanitario
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Se ci fosse un programma televisivo sugli ospedali da incubo, quello di Taurianova dovrebbe entrarci di diritto. Guardandolo da fuori l’ex struttura ospedaliera del popoloso centro della piana sembra uscito da un film dell’orrore, al suo interno se è possibile è anche peggio. In questo momento funzionano solo due reparti, l’ambulatorio di endoscopia digestiva e la dialisi, con una postazione del 118. Due corsie moderne incastrate in una struttura che definire fatiscente è un eufemismo. Il reparto di dialisi sta attraversando un momento particolarmente delicato.
«Il reparto dialisi di Taurianova, che è una delle eccellenze sanitarie nel nostro territorio, questo ci teniamo a dirlo – ha dichiarato Raffaella Ferraro, vicesindaco di Taurianova - è in forte difficoltà per la mancanza di personale, problema che si riflette nella turnazione. Prima di Pasqua siamo stati insieme al sindaco Fabio Scionti a visitare il reparto e i medici e paramedici ci hanno detto che sono obbligati a turni estenuanti in un servizio, ricordiamo, salva vita. Speriamo che con il nuovo decreto del Governo le cose possano cambiare».
Peccato che il decreto annunciato in pompa magna a Reggio Calabria, nel corso del consiglio dei ministri straordinario del 18 aprile scorso, non dica nulla riguardo alla ristrutturazione o costruzione degli ospedali. Intanto, tra le strutture sanitarie ridimensionate nel corso degli ultimi 15 anni nella piana di Gioia Tauro, l’ex ospedale di Taurianova è quello messo peggio. Al solito carosello di reparti chiusi e servizi tagliati, così come negli altri ex presidi sanitari, dal punto di vista strutturale l’ex nosocomio appare cadente.
Basta fare un giro tra i corridoi e le corsie, che invece di letti e apparecchiature mediche ospitano oggi uffici, per lo più vuoti. Il bagno nel corridoio dell’ex reparto di Medicina generale è ai limiti della denuncia, con tubi che spuntano dalle pareti piastrellate in bianco e porte divelte; uno scaldabagno rotto nascosto in una intercapedine. Muri senza intonaco nelle trombe delle scale, lungo i corridoi, nella facciata d’entrata, alta vegetazione nelle aiuole fuori e nei cortili interni.
Una struttura, quindi, che in un paese civile non potrebbe ospitare una struttura sanitaria di nessun livello. «In effetti – ha ammesso la vicesindaco Ferraro – il resto della struttura e un po’ fatiscente, rimasta così come era negli anni ’80. Speriamo che possa essere ristrutturata per ospitare altri servizi per i cittadini».
La richiesta di sanità nel territorio è altissima soprattutto perché i livelli assistenziali sono da terzo mondo. Si capisci quindi come ormai ci si attacchi a tutto, portando avanti battaglie anche per la sopravvivenza delle strutture come quella di Taurianova che dovrebbero essere state chiuse già da un pezzo.
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