Smartphone, telefoni e materiale informatico. Tutto ciò che è stato finora posto sotto sequestro dalla Guardia di Finanza di Crotone nell'ambito dell'inchiesta Genesi, dovrà adesso essere acquisito dagli inquirenti. La Procura di Salerno sta procedendo in queste ore alla notifica di accertamenti tecnici irripetibili sul materiale informatico sequestrato il 15 gennaio e il 27 febbraio scorso. Personal computer e smartphone su cui le Fiamme Gialle contano di trovare nuovi riscontri ai reati già contestati.

 

Gli avvisi sono stati notificati a Vincenzo Arcuri, Giuseppe Caligiuri, Virginia Carusi, Lorenzo Catizone, Antonio Cristiano, Roberto Biagio D'Elia, Luigi Falzetta, Marco Petrini, Rosetta Rago, Ottavio Rizzuto, Emilio Santoro, Antonio Saraco, Francesco Saraco, Antonio Claudio Schiavone, Massimo Sepe, Palma Spina, Giuseppe Tursi Prato e Maria Tassone. Tutti indagati nell'ambito dell'inchiesta denominata Genesi, condotta per competenza dalla Procura di Salerno, e che ha fatto emergere un giro di corruzione all'interno degli uffici giudiziari catanzaresi. 

 

Tutto ruota intorno a Marco Petrini

Principale indagato e anello di congiunzione è l'ex presidente di sezione della Corte d'Appello di Catanzaro, Marco Petrini, finito in carcere lo scorso gennaio con l'accusa di corruzione in atti giudiziari e nuovamente ristretto in carcere nelle scorse settimane perchè secondo gli inquirenti avrebbe reso dichiarazioni mendaci tentando di inquinare le prove. 

 

Le attività delle Fiamme Gialle

Il Nucleo di Polizia Economico Finanziaria della Guardia di Finanza di Crotone sta procedendo in queste ore anche ad acquisire le informazioni contenute in altri dispositivi informatici sequestrati a persone non indagate. Si tratta, in particolare, di Anna Amodeo e Francesca Santagata: entrambe avevano chiesto a Petrini "consigli" per superare il concorso di Avvocato. Tra gli altri figurano anche Agazio Gallelli e la moglie Vittoria Lanciano ed entrambi i figli dell'ex magistrato Alessandro Petrini e Ludovica Petrini. Gli investigatori sono convinti di poter rilevare tracce e documenti informatici idonei ad accertare i reati ma anche ad ampliare il raggio delle indagini che finora si è esteso a macchia d'olio.