Stefania Gambardella è stata raggiunta da un avviso di garanzia. Le fiamme gialle di Crotone hanno perquisito l'abitazione, l'ufficio e l'auto della compagna dell'ex presidente di sezione della Corte d'appello di Catanzaro
Tutti gli articoli di Cronaca
PHOTO
Sceglie di parlare Stefania Gambardella, moglie dell'ex presidente di sezione della Corte d'Appello di Catanzaro, Marco Petrini, ieri raggiunta da un avviso di garanzia emesso dalla Procura di Salerno nell'ambito dell'inchiesta Genesi che ha fatto luce su una lunga serie di episodi corruttivi negli uffici giudiziari del capoluogo di regione. Le fiamme gialle di Crotone ieri hanno eseguito perquisizioni nella sua abitazione, nel suo ufficio e nell'auto alla ricerca di documenti che potessero riscontrare l'ipotesi accusatoria che per Stefania Gambardella è quella di induzione a non rendere o a rendere dichiarazioni mendaci all'autorità giudiziaria. Nei fatti, la moglie del giudice sospeso Marco Petrini è accusata di aver indotto il marito a mentire nel corso degli interrogatori resi dinnanzi ai pubblici ministeri di Salerno.
Chiarezza
«A seguito delle notizie di stampa e soprattutto dell'iniziativa giudiziaria della Procura di Salerno nei miei riguardi- scrive oggi la donna in una nota - sento il bisogno di fare luce sulta realtà effettiva, cosa che mi auguro mi sarà consentito di fare, scendendo in maggiori dettagli, davanti ai procuratori della Repubblica di Salerno».
La tragedia di una famiglia
Stefania Gambardella spiega come «la tragedia che ha devastato me ed i miei figli è sotto gli occhi di tutti. Adesso mi si accusa di avere indotto il mio ex marito ad alterare la verità nel corso delle sue dichiarazioni, quando basta leggere la conversazione intercettata nella sua interezza per avvedersi che, in quella come in qualche altre occasioni in cui ho avuto contatti telefonici con lui, l'ho sempre sollecitato a dire la verità ed a non alterare i fatti effettivamente a sua conoscenza. Sollecitazione di carattere generale, non avendo contezza di cosa e di chi lui parlasse. Basta leggere una, conversazione posta a fondamento della contestazione a me fatta, per avvedersi che nessuna sollecitazione in nessun senso vi è stata da parte mia. Addirittura, la mia resistenza a che lui ritornasse a Lamezia Terme, per motivi facilmente intuibili, mi si è rivoltata contro. Ma ripeto, sarà la magistratura ad accertare la verità. Verità già in atti. Basta ascoltare e trascrivere quella conversazione nella sua interezza. Ringrazio per avermi concesso questo spazio».