VIDEO | Romina Farace ha ritrova per caso una scheda di memoria contenente 27mila messaggi, tra inviati e ricevuti, a fronte dei 60 circa presi in considerazione dalla procura
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Si chiama Romina Farace, ha 36 anni e vive sulla costa tirrenica, a Santa Maria del Cedro, è uno degli avvocati che segue la vicenda giudiziaria riguardante Tiziana Cantone e di recente ha pubblicato un libro, scritto a quattro mani con il giornalista d'inchiesta Luca Ribustini. L'opera letteraria, che ripercorre la testimonianza diretta di Maria Teresa Giglio, madre di Tiziana, punta a fare luce sulle possibili cause che hanno portato la giovane a togliersi la vita il 13 settembre 2016 nella tavernetta della sua casa a Mugnano di Napoli. Ma il ruolo di Romina Farace verrà ricordato in questo tragico caso di cronaca per un altro motivo. È sua, infatti, l'intuizione che potrebbe aiutare gli inquirenti a trovare gli eventuali responsabili della diffusione non autorizzata di sei video che ritraggono la giovane napoletana in atteggiamenti intimi. A seguito di ciò, la 31enne cadde in un profondo stato di angoscia e depressione, culminato nel gesto estremo.
La scheda di memoria
L'avvocatessa Farace arriva nella casa di Mugnano di Napoli in un pomeriggio dell'estate di un anno e mezzo fa. È lì perché immergersi in quella che era stata la vita di Tiziana Cantone, morta dieci mesi prima, potrà servire a preparare meglio le arringhe nelle aule di tribunale. Poco dopo entra nella cameretta della giovane, il posto dove sua madre l'ha vista viva per l'ultima volta. È tutto come quel maledetto giorno di settembre che l'ha portata via, tra quelle mura c'è ancora il suo odore. La signora Giglio ha lasciato tutto così com'era, è stato un modo per cercare di ingannare il tempo e la mente e auto convincersi che da allora nulla è cambiato. Romina invece fruga meticolosamente tra le sue cose, è in cerca di un indizio, una prova che possa ridare dignità e giustizia a quella morte. Ed è così che tra una collana e un paio di orecchini scorge in un contenitore di vetro una minuscola scheda di memoria. La prende e la mostra alla madre di Tiziana, la quale dice di non saperne niente. Ha un brivido lungo la schiena. Si allontana, accende il computer e comincia a sondare. Tra le centinaia di migliaia di file, c'è una cartella, denominata "Cartella Ti", contenente oltre 27mila messaggi WhatsApp. I messaggi partono dall'autunno del 2013, qualche mese prima che Tiziana incontrasse il nuovo compagno, e ripercorrono minuziosamente quasi tutta la complicata e controversa relazione, durante la quale Tiziana viene inghiottita dal "gioco", mai termine fu più inappropriato, dello scambismo e del voyeurismo.
Quei 27mila messaggi ignorati
L'avvocato calabrese confronta quei messaggi con quelli passati al vaglio dalla procura di Napoli e si rende conto che ne sono stati presi in considerazione solo lo 0,02%, ossia una sessantina appena. Forse perché gli investigatori, che hanno già una copia della scheda, non li hanno letti tutti. A leggerli ci pensa invece la Farace, la quale si accorge che tra quelle righe potrebbero celarsi le risposte di uno dei casi di cronaca più drammatici degli ultimi tempi, che ancora la magistratura non è riuscita a trovare.