A mente fredda il presidente del Cerzeto K91 Silvio Cascardo, si dice pentito di non aver ritirato la squadra dal campo. «Meglio perdere tre a zero a tavolino che continuare a sentire le ingiurie razziste rivolte da bordo campo verso due ragazzi di colore in forza alla propria compagine» dice riferendosi al match disputato nel campo sportivo di Longobucco nell’ultima domenica di campionato, quella del 4 febbraio scorso.

Insulti e frasi sgradevoli all’indirizzo di due calciatori di origine africana

Lo spiacevole episodio si è verificato nel corso del match Themesen-Cerzeto, gara del torneo di seconda categoria. A farne le spese Yaya Karambiri diciottenne della Costa d’Avorio e Jerry Rolans, 19 anni, del Ghana. Entrambi sono giunti sulle coste italiane a bordo di una carretta del mare esattamente un anno fa, nel febbraio 2017. Grazie ad un progetto per l’inclusione, sono stati tesserati con il Cerzeto, trovando ospitalità nel locale centro Sprar sostenuto dall’amministrazione comunale.

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Chiesta inutilmente la sospensione del confronto

Più volte il presidente del Cerzeto ha richiamato l’attenzione del direttore di gara, il signor Mattia Venturino della sezione di Crotone, giunto al campo sportivo, per ironia della sorte, accompagnato da un amico di colore. Addirittura ad un certo punto Jerry si è rivolto al pubblico chiedendogli a gesti di smettere. Tutto inutile. Il match però è proseguito fino al novantesimo finché il più sensibile dei due ha potuto dare sfogo ad un pianto liberatorio nel chiuso degli spogliatoi.

Due ragazzi adottati dalla comunità 

I compagni di squadra sono felici di avere con loro Jerry e Yaya. Entrambi sono andati in gol nel corso della stagione calcistica. Il tecnico Carlo Pirri quasi mai ha fatto a meno dello loro prestazioni. E i risultati sono positivi: il Cerzeto è al secondo posto in graduatoria, dietro al Rocca Imperiale. E’ la prima volta che si verificano episodi di intolleranza.

Vicenda segnalata alla federazione e all’AIA

La società ha segnalato la vicenda alle istituzioni calcistiche ricevendo, per il momento, una risposta solo dalla sezione di Rossano dell’Associazione Italiana Arbitri il cui presidente, Francesco Filomia, si è detto «profondamente colpito. Fenomeni come quelli da lei descritti – ha sottolineato ancora Filomia - non dovrebbero mai accadere soprattutto in occasioni di manifestazioni sportive. In Italia purtroppo non stiamo vivendo un buon periodo per quel che riguarda l'integrazione, i fenomeni di razzismo sono in aumento e il calcio che potrebbe essere uno strumento per l'integrazione alle volte ne esce sconfitto. Personalmente sensibilizzerò i miei associati sull'argomento».

 

Salvatore Bruno