La cocaina è la sostanza stupefacente più richiesta e la più venduta dalla ‘ndrangheta. Stando ai dati diffusi dall’Ufficio delle Nazioni Unite per il controllo della droga e la prevenzione del crimine, nel 2012 nel mondo, 243 milioni di persone hanno assunto, anche occasionalmente, delle droghe. Nicola Gratteri e Antonio Nicaso con “Oro bianco” edito da Mondadori, ricostruiscono i grandi traffici di cocaina; un’attività che produce profitto, guadagno, flusso costante di liquidità. Dalla Colombia alla Calabria, una macchina ben oleata che arricchisce clan e narcotrafficanti; ma impoverisce ed uccide tossicodipendenti e inficia un sistema, facilmente corruttibile.

 

La ‘ndrangheta, nonostante i proventi, non contribuisce al benessere di una società. Lo ha più volte ribadito il magistrato Gratteri che, intervenuto alla manifestazione letteraria TF Leggere&Scrivere, nell’incontro con Paola Bottero, ha sfatato alcuni miti riguardanti le associazioni mafiose in Calabria e nel mondo. Ma il procuratore aggiunto presso la Procura della Repubblica del Tribunale di Reggio Calabria è andato oltre; analizzando la differenza tra la legislazione italiana e quella degli altri paesi europei che “non hanno una legislazione adeguata. Se andiamo a parlare di mafia non esiste l’omologo di associazioni di stampo mafioso. Pensate che recenti indagini ci hanno condotto in Svizzera. Dalle intercettazioni ambientali è emerso che c’erano decine di locali di ‘ndrangheta. Ma qui l’omologo dell’associazione di stampo mafioso, è l’associazione segreta, la cui pena va da 1 a 5 anni”.

 

Descrive una mafia lontana dal boss con coppola e bastone. Un mafia evoluta, intelligente, capace di gestire enormi giri d’affari. Affari che partono dalle piantagioni di coca in Colombia, passano dai laboratori dove dalla foglia della pianta viene ricavata la “pasta base”, per poi piazzarsi in Europa. Cifre da capogiro che inchiodano Milano come la città europea dove si registrano altissimi consumi. La presentazione di “Oro bianco”, definito un libro “tragicamente vero”, offre l’occasione per evidenziare il salto di qualità compiuto dalle mafie, la scarsa presenza di leggi europee al contrasto al fenomeno mafioso ma, soprattutto, la poca consapevolezza dell’esistenza delle mafie da parte dei cittadini europei. Anche l’indifferenza, riprenderà Gratteri, è importante poiché il mafioso esiste perché è riconosciuto come tale dagli altri: “ Non bisogna dimenticare che le mafie non sono un copro estraneo alla società ma si muovono e si evolvono con la società stessa”.