Terremoto alla Banca di Credito Cooperativo di San Calogero-Maierato. Tre dirigenti hanno formalizzato le loro dimissioni. Si tratta del componente del Consiglio d’amministrazione Vito Pitaro (esponente tra l’altro del Partito democratico e principale referente nella città capoluogo di provincia del deputato Bruno Censore), e di Raffaele Fusca e Gregorio Di Vito, membri del collegio sindacale. Top secret sui motivi che hanno portato i tre a gettare la spugna. Ufficialmente per ragioni personali. In realtà le cause potrebbero essere altre. La loro decisione, infatti, è giunta pochi giorni dopo la “visita” degli ispettori di Bankitalia, che hanno passato al setaccio le carte della situazione interna della Bcc. Indipendentemente dalle risultanze delle indagini degli "investigatori" della Banca d'Italia, il management guidato dal presidente Antonino Barone potrebbe uscire dalla vicenda notevolmente indebolito.

 

Già la fusione tra i due istituti, quelli di San Calogero e Maierato, aveva suscitato un polverone di proteste, con una buona fetta di soci sancalogeresi che si era opposta all’operazione, ritenendola non vantaggiosa in quanto sulla Bcc di Maierato pesavano 14 milioni di euro di sofferenze (sono crediti bancari la cui riscossione non è certa poiché i soggetti debitori si trovano in stato d'insolvenza).

 

Ora queste dimissioni “sospette”. Possibile che tre componenti della medesima dirigenza bancaria nello stesso momento si accorgano di avere altri impegni che non consentono loro di proseguire la loro attività all’interno della Bcc Vibonese? Possibile che si siano contemporaneamente tirati indietro guarda caso dopo la verifica Bankitalia? Come diceva "l'eterno" Giulio Andreotti: "A pensar male si fa peccato ma spesso ci si azzecca". E ancora una volta Barone tace e i correntisti non sanno più cosa pensare.

 

Da Il Vibonese