Nella giornata di oggi, diversi tecnici incaricati dalla Regione Calabria hanno effettuato un sopralluogo nella vasta area del parco delle Terme Luigiane, che ricade nel territorio di due Comuni, Acquappesa e Guardia Piemontese. La notizia rappresenterebbe un buon segnale per le sorti dello storico parco naturalistico, messe in discussione dalla fine della proroga di gestione affidata alla società Sa.Te.Ca. Spa. Dopo l'incontro di lunedì scorso tra i due sindaci e i vertici regionali, alla Cittadella di Catanzaro si erano dati una settimana di tempo per valutare la proposta che salverebbe 250 posti di lavoro e 70 anni storia e tradizioni, e la verifica odierna evidenzia certamente la volontà delle istituzioni di trovare una soluzione. Il verdetto potrebbe arrivare nella prossima settimana.

La proposta dei sindaci

Durante la riunione, i due sindaci hanno sottoscritto un documento le cui finalità sarebbero quelle di mettere d'accordo la Regione Calabria, proprietaria dei beni naturalistici, e la società di gestione uscente, sub concessionaria dei beni, mentre i concessionari, Guardia Piemontese ed Acquappesa, potrebbero addirittura trarre ulteriore beneficio rimpinguando le casse comunali.

La proposta si riassume principalmente in tre punti: fornitura delle acque termali a prezzo di favore; contratto di locazione per i beni comunali strettamente connessi alle attività termali; eventuale ulteriore riduzione dei prezzi nel caso la Regione Calabria decidesse di stanziare fondi alla stazione termale, relativamente al bilancio del 2019.

L'incognita "Sa.Te.Ca."

I rappresentanti della società, gestori delle terme fino al 31 dicembre 2018, avrebbero dovuto riconsegnare le chiavi del parco lo scorso 21 gennaio, ma una simbolica protesta dei lavoratori ha impedito di fatto l'azione. Ciò potrebbe però non essere servito a scongiurarne il peggio. Stanca dei continui rinvii e delle incertezze, la famiglia Ferrari avrebbe deciso comunque di rinunciare a qualsivoglia accordo. La speranza unanime è che gli imprenditori possano ben presto cambiare idea, ma al momento l'unico dato certo è che alla riunione di lunedì scorso in Regione, le sedie a loro riservate per il confronto tra le parti sono rimaste vuote.