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Inizierà lunedì davanti ai cancelli della Fondazione Terina la mobilitazione ad oltranza dei lavoratori dell’ente in house della Regione Calabria. Stremati dalla mancanza di cinque mesi di stipendio ed esasperati dalle continue richieste di incontri con il governatore a cui non hanno mai ricevuto risposta, i dipendenti hanno scritto nelle scorse ore anche al ministro dell’Agricoltura Maurizio Martina a cui hanno sottolineato, in particolare, un paradosso.
Quello che vede da un lato il premier Renzi dichiarare che l’agroalimentare deve essere un punto focale del Patto per la Calabria e dall’altra, scrivono testualmente nella missiva, «la giunta Oliverio lasciare morire milioni di attrezzature e di laboratori finalizzati alla sicurezza dei cibi».
Per i lavoratori la Regione ha abbandonato completamente l’ente a dispetto dei proclami pubblici con cui in passato si è impegnata a valorizzarlo. Il nodo è sempre la riforma del 2013 che obbliga formalmente alla revisione dei compiti dell’ente. Spogliata di alcuni incarichi Terina riuscirebbe ad avere costi inferiori e quindi, forse, ad arginare quei 5 milioni di debito che ora le pesano sulle spalle. Ma non solo. Diminuendo il fabbisogno di personale, parte di questo andrebbe trasferito su altri enti, più in salute, dando così sollievo alle famiglie che vivono ormai da anni il dramma di non avere una retribuzione regolare. Tiziana Bagnato