Non avrebbe agito da solo, il 19enne di Isola Capo Rizzuto arrestato dai carabinieri per aver tentato di uccidere il nuovo ragazzo della sua ex. Con lui, quella sera d’aprile, quando avrebbe sparato contro l’auto del suo rivale, un 22 enne del posto, c’era una seconda persona, che al momento «non è stata identificata in maniera certa» ci spiega il sottotenente Giuseppe Balducci, comandante della tenenza dei carabinieri di Isola Capo Rizzuto, che hanno condotto le indagini.

Gli avvertimenti prima dell'agguato

L’attività investigativa è partita dalla denuncia della vittima: ai militari avrebbe indicato il presunto autore della sparatoria che lo aveva già più volte contattato per farlo desistere dal proseguire la relazione con la ragazza contesa. Dopo un primo incontro, il 19enne ne avrebbe chiesto un secondo al quale però l’altro non si è presentato e «subito dopo è avvenuto l’evento che ha portato all’esplosione dei colpi di pistola».

Chiari avvertimenti, secondo i carabinieri, sarebbero stati lanciati anche attraverso i social network. I militari, infatti, si sono imbattuti in un post pubblicato sul profilo Instagram dell’indagato, che mostrava una scena del celebre film Scarface in cui il personaggio interpretato da Al Pacino, riferendosi alla donna amata, dice “Stai lontano da lei, amico” al suo interlocutore, con chiaro intento intimidatorio: una palese emulazione, per i militari, da parte del 19enne arrestato.

L'arma non è stata trovata

Le indagini si sono avvalse di immagini di vari impianti di videosorveglianza, tabulati telefonici, intercettazioni ambientali e telefoniche: «Abbiamo anche verificato tramite Gps, la posizione dell’autovettura del soggetto arrestato durante l’evento» aggiunge Balducci.

Non è ancora chiaro come il giovane si sia procurato l’arma né che fine questa abbia fatto: «Durante le attività di perquisizione nella sua abitazione non l’abbiamo rinvenuta, probabilmente se ne è disfatto subito dopo l’evento». Elementi utili alle indagini, invece, sono venuti dal materiale telematico conservato dal 19enne nel proprio cellulare: «Abbiamo trovato chiari indizi che ci portavano alla sua responsabilità. Intanto, delle sue ritrazioni fotografiche in cui indossava dei passamontagna simili a quello utilizzato la sera dell’agguato, poi diverse foto nelle quali imbracciava armi di vario tipo e di vario modello oltre che alcuni screenshot di lusinghe nei confronti della giovane donna interessata».

Se da una parte, il 19enne cercava di allontanare il rivale dalla sua ex, dall’altra non demordeva nel tentare di riconquistare la ragazza: «Continuava a sentirla anche se lei non voleva, con l’intento di ritornare ad avere una relazione con lei» conclude il comandante.