È nel complesso industriale degradato e denominato ex “Opera Sila”, nel territorio di Gioia Tauro, che potrebbero essere trasferiti i migranti ospiti della tendopoli di San Ferdinando. Il recente annuncio fatto dal prefetto Massimo Mariani e dal governatore Roberto Occhiuto, univoci nel confermare l’intenzione di smantellare l’accampamento, è infatti il seguito di un sopralluogo che i sindaci Aldo Alessio e Andrea Tripodi hanno fatto, assieme ad un funzionario della Regione, nell’area abbandonata che un tempo era una sede operativa dell’Arsa. I primi cittadini hanno avuto modo di confermare il sostegno per una localizzazione che considerano opportuna per l’installazione dei moduli abitativi, ovvero container, che sostituiranno le tende.

Il combinato disposto tra la visita voluta dai sindaci e le dichiarazioni rese dalle due alte cariche istituzionali dimostra l’intenzione di accelerare l’applicazione del protocollo prefettizio, siglato nel settembre scorso, per il superamento del modello tendopoli trasferendo i migranti all’interno di foresterie da creare anche all’interno di beni confiscati.


Quello a Gioia Tauro sarebbe un “ritorno”, perché proprio dall’ex Opera Sila - 12 anni fa – partì quella che è passata alla storia come “La rivolta di Rosarno” ovvero gli scontri che videro protagonisti i braccianti africani, vittime di una agguato che proprio nell’ex raffineria era avvenuto. Resterebbe da chiarire l’esatta proprietà del sito al centro del sopralluogo, poiché secondo una visura catastale risalente al 2020 il sito apparterrebbe al demanio dello Stato.