Continua ad essere off limits per i giornalisti la scuola di Vibo Valentia, nei cui bagni femminili è stata rinvenuta una telecamera occultata, e la dirigente scolastica sceglie ancora il massimo riserbo su una vicenda al centro anche di un’indagine dei carabinieri.

Ma sul fatto, che ha provocato un clamore mediatico nazionale, permangono inquietanti interrogativi che non lasciano tranquilli la comunità scolastica e le famiglie: la pesante bravata di qualche studente, diventata un crimine ai danni delle coetanee, oppure l’azione di un guardone o – peggio ancora – di qualcuno pronto a vendere il materiale girato per rifornire la rete pedopornografica spesso incontrastata su internet?


Anche oggi abbiamo provato a entrare nel prestigioso istituto professionale che sorge in pieno centro, ma al Professionale De Filippis-Lamberti i docenti hanno avuto l’ordine tassativo di non rilasciare dichiarazioni e di non esprimere opinioni.


Al Comune abbiamo incontrato Franca Falduto, assessore alla Pubblica istruzione che ha anche un ruolo nell’Ufficio scolastico regionale, essendo responsabile delle Consulte studentesche calabresi. «Un fatto gravissimo che ci sconvolge – ha affermato – che impone a tutti quanti un impegno ancora più massiccio per la prevenzione. Si tratta di episodi che possono essere inseriti nel più ampio fenomeno che da Nord a Sud vede gli studenti approcciare ai fatti sessuali e affettivi con sufficienza, e in questi casi ci conforta che ci sia una indagine dei carabinieri in corso proprio per capire l’esatta matrice del gesto».

In effetti il ritrovamento, che il garante per l’Infanzia e l’Adolescenza Antonio Marziale ha definito «anche un atto di violenza psicologica contro le ragazze», scopre un mondo che non è tanto segreto per chi si occupa di scuola. Sono veramente irrisori i prezzi per l’acquisto di apparecchi del genere, una facilità che spesso costituisce una tentazione per i malintenzionati.