Anche in Calabria professionisti che chiedono il rafforzamento della propria posizione. Erano stati ingaggiati per 36 mesi attraverso il bando poi definito “Coesione 1” e “Coesione 2”
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Stabilizzare i 2800 tecnici del Pnrr che sono stati ingaggiati nei comuni attraverso il bando poi definito “Coesione 1” e “Coesione 2” per le regioni Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia. Il bando prevedeva l’assunzione con contratto a tempo determinato di 36 mesi. Questo nonostante i tecnici siano fondamentali per mettere a terra le risorse del Pnrr vista le pesanti carenze di organico che si registrano in tutti i comuni italiani e meridionali in particolare.
Da qualche tempo è nato un comitato che unisce tutte queste figure professionali le quali chiedono di essere stabilizzate perchè c’è una contraddizione di fondo fra la durata del contratto e il ruolo che tutti definiscono decisivo di questi tecnici. Non solo ma l’impatto del contratto a tempo determinato si sta rivelando nefasto per i comuni visto che in tanti sono andati via alla prima proposta contrattuale che garantisse stabilità.
Su tutto questo il senatore Nicola Irto ha inviato un atto di sindacato ispettivo a Raffaele Fitto, ministro per gli affari europei, il Sud, le politiche di coesione e il Pnrr. Nell’atto il senatore chiede a Fitto se intenda provvedere, nell'ambito delle proprie competenze, al fine di garantire la stabilizzazione nei propri ruoli di tutti i 2.800 tecnici assunti nella qualifica ricoperta alla scadenza del contratto a termine.
Questo anche alla luce di quanto disciplinato nel c.d. decreto Aiuti bis dove si legge che «Al fine di valorizzare la professionalità acquisita dal personale assunto con rapporto di lavoro subordinato a tempo determinato […] le amministrazioni assegnatarie del suddetto personale possono procedere, con decorrenza non antecedente al 1° gennaio 2027, nei limiti dei posti disponibili della vigente dotazione organica, alla stabilizzazione nei propri ruoli del medesimo personale nella qualifica ricoperta alla scadenza del contratto a termine, previo colloquio e all'esito della valutazione positiva dell'attività lavorativa svolta».
Il problema è che questa previsione è rivolta solo ai tecnici assegnati al Mef o alle altre amministrazioni centrali. Non quindi per i tecnici che lavorano nei comuni. Una discriminazione vera e propria se vogliamo che non sembra avere una vera e propria ratio. Vedremo se la battaglia dei 2800 tecnici (in Calabria attualmente ne sono attivi 50) riuscirà ad arrivare alla stabilizzazione.