L’ex capo della protezione civile attacca: «Sin dal mio insediamento hanno tentato di infangare la mia onorabilità»
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«Nei giorni scorsi, assistito dal mio legale Avv. Nicola Mondelli, ho presentato alla Procura della Repubblica di Catanzaro una denuncia per diffamazione nei confronti di Domenico Tallini (detto Mimmo) consigliere della Regione Calabria, di Paolo Pollichieni direttore del Corriere della Calabria e di Gianluca Tedesco segretario regionale del sindacato autonomo Csa-Cisal». Così un comunicato dell’ex capo della protezione civile Carlo Tansi.
«Come è possibile verificare – spiega Tansi - facendo una ricerca Google - inserendo come parole chiave i loro nomi insieme al mio in un certo intervallo temporale - sin dalle prime settimane del mio insediamento (novembre 2015) e fino alla fine del mio mandato (novembre 2018), mi hanno continuamente attaccato sui mezzi di comunicazione, tentando inutilmente di infangare la mia onorabilità. Sono stato costantemente oggetto di frasi diffamatorie e ingiuriose».
Secondo l’ex responsabile Prociv gli attacchi sarebbero inutili «perché oramai i Calabresi - come testimoniano le decine e decine di migliaia di messaggi di solidarietà nei miei confronti - hanno ben compreso come funzioni l'oscuro sistema di potere in Calabria ed hanno apprezzato gli sforzi immani che ho profuso con tutte le mie forze per tutelare la sicurezza geologica dei miei conterranei in uno dei lembi di terra più esposti al mondo alle calamità naturali. E tutto questo dopo che ho condotto alle sue nobili origini e ripristinato le condizioni di legalità di un ambito, come la protezione civile regionale, che prima del mio insediamento era solo un covo di malaffare che veicolava decine di milioni di euro all'anno. Sistema oscuro che - con una strategia diabolica pianificata a tavolino - ha deciso la mia "espulsione" dalla direzione della Protezione Civile regionale, formalizzatami, guarda caso, a un giorno dalla naturale scadenza del mio mandato triennale».
Tansi ha spiegato che la sua esclusione dalla guida della Protezione Civile «impedirà di portare a termine una serie di progetti avevo già avviato e che non saranno mai portati a termine, mirati alla messa in sicurezza della nostra regione, una polveriera sulla quale viviamo noi 2 milioni di Calabresi, in cui terremoti, frane e alluvioni hanno consumato - e continuano a consumare - una vera e propria carneficina: oltre 200mila morti negli ultimi 300 anni senza soluzione di continuità. Altro che Amatrice (299 morti) o l'Aquila (309 morti)!».
«In Calabria – incalza - la Protezione Civile è una cosa seria: non si può lasciare al caso la sicurezza delle nostre case o delle scuole dove i nostri figli trascorrono gran parte del loro tempo. Sistema che ho combattuto e che continuerò a combattere ininterrottamente a viso aperto. Sistema che però noi Calabresi - togliendo finalmente fuori tutto il nostro coraggio e la caparbietà che ci contraddistingue - abbiamo il dovere morale di spazzare via con gli strumenti che la democrazia ci mette a disposizione, per restituire ai nostri figli tutti i tesori della Regione più bella d'Italia», ha concluso Tansi.