Sospesi per un anno un medico e due funzionari Inail. Presunti reati commessi tra il 2010 e il 2014: sette persone avrebbero percepito indennità pubbliche senza averne diritto
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Dietro il pagamento di tangenti o di oggetti di valore come in un caso un orologio Rolex avrebbero agevolato la liquidazione di pratiche di indennizzi per incidenti o malattie professionali false o parzialmente infondate. Un medico e due funzionari dell'Inail sono stati sospesi per un anno dalla loro attività a seguito della notifica da parte dei finanzieri del Comando provinciale di Vibo Valentia, di un'ordinanza di applicazione della misura cautelare personale. Sono inoltre stati notificate altre 16 informazioni di garanzia. Tutti gli indagati sono da ritenersi innocenti fino al terzo grado di giudizio.
L'indagine dei finanzieri del Nucleo di Polizia economico finanziaria e dal Gruppo di Vibo Valentia, coordinata dalla Procura, che ha portato all'emissione dei provvedimenti, ha svelato l'esistenza di una presunta associazione a delinquere composta da 16 persone di cui cinque appartenenti alla pubblica amministrazione tra funzionari, medici, e paramedici, che, dal 2014 al 2020, avrebbe commesso una serie di reati consentendo a sette persone di percepire indennità pubbliche non spettanti. In pratica i funzionari pubblici, attraverso più azioni esecutive del medesimo disegno criminoso, avrebbero istruito una serie di pratiche di liquidazione tendenti al riconoscimento illecito di provvigioni per incidenti e o malattie professionali dichiaratamente false e o parzialmente infondate, che hanno comportato un esborso per l'Inail pari a 350mila euro.
I soggetti in questione avrebbero seguito una prassi consolidata determinata dal profitto derivante, per i beneficiari dalle elargizioni e per gli impiegati pubblici, dalle tangenti veicolate per il tramite di intermediari, spesso accreditate su carte bancarie. Le tangenti percepite, secondo quanto riferito, ammontano ad oltre 125 mila euro.
Tre misure cautelari
Le persone raggiunte da misura cautelare sono:
Giuseppe Tomaino, 62 anni, di Vibo Valentia;
Antonio Salvatore Pasqua, 60 anni, di Limbadi;
Giuseppe Mercuri, 48 anni, di Limbadi.
Gli indagati
Nazzareno Bellissimo, 42 anni, originario di Vibo Valentia, residente in Vimodrone (Mi);
Michele Cicchello, 63 anni, di Filogaso;
Stefano Cuccione, 43 anni, di Vibo Valentia;
Giuseppe D’Amico, 52 anni, di Vibo Valentia;
Vincenzo Mazzotta, 45 anni, di Monterosso Calabro;
Salvatore Francesco Meddis, 70 anni, di Vibo Valentia;
Francesco Monteleone, 39 anni, originario di Vibo e residente a Milano;
Nicola Antonio Monteleone, 44 anni, di Polia;
Salvatore Naccari, 61 anni, di Vibo Valentia;
Giuseppe Pizzonia, 37 anni, di Monterosso Calabro;
Francesco Scannadinari, 37 anni, di San Gregorio D’Ippona;
Fabio Schicchi, 55 anni, di Lamezia Terme;
Angelo Sorrentino, 64 anni, di Vibo Valentia.