Le accuse della Procura di Roma al 23enne arrestato nei giorni scorsi. Il modus operandi («faccio da stalker») e l’inchiesta iniziata con una rapina l’11 dicembre e con il pentimento di un complice che poi sarebbe stato minacciato: «Ammazzo di botte tua madre»
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Il gip di Roma dipinge Tancredi Antoniozzi come un giovane con «una spiccata tendenza a delinquere, ma non per necessità, ma per il piacere di trasgredire le regole di civile convivenza, certo dell’impunità che deriva da una strisciante omertà». Il figlio del deputato calabrese Alfredo, vice capogruppo di Fratelli d’Italia, è stato arrestato per una serie di colpi vip, rapine ai rampolli di Roma Nord ai quali – assieme ai suoi complici – avrebbe sottratto il Rolex.
L’inchiesta esplode l’11 dicembre scorso: quella sera un ragazzo viene seguito fino a via Cavalier d’Arpino. Al polso ha un Rolex Daytona da 20mila euro. Viene minacciato con un coltello e derubato. A entrare in azione sarebbe David Cesarini, già noto alle forze dell’ordine e ora detenuto per aver violato i domiciliari.
Dietro le quinte della rapina, però, ci sarebbe secondo gli investigatori proprio Tancredi Antoniozzi: il 23enne avrebbe assistito all’agguato da un’auto distante e poi avrebbe addirittura tentato di estorcere altri 8mila euro alla vittima fingendo di volerla aiutare a recuperare l’orologio.
Le minacce di Antoniozzi all’ex complice: «Ammazzo di botte tua madre»
Il piano, però, salta: Manuel Fiorani, che sarebbe stato coinvolto nel colpo, crolla e racconta tutto alla polizia. È lui a svelare anche le minacce di Antoniozzi: urla sotto casa, porte lesionate, frasi spaventose. «Sto andando ad ammazzare di botte tua madre, la uccido io oggi, io ti uccido», avrebbe detto il figlio del deputato dopo che Fiorani aveva smesso di collaborare con la piccola gang. La ricostruzione contenuta nell’ordinanza firmata dal gip di Roma racconta il presunto modus operandi della banda.
Antoniozzi avrebbe rivelato, nelle intercettazioni, di aver studiato le foto delle vittime, poi di averne scoperto gli indirizzi, infine di averle seguite quando uscivano dalla palestra. Si sarebbe quasi paragonato a uno stalker per il suo approccio. Riguardo alle vittime, Antoniozzi le avrebbe individuate «tra le sue conoscenze nei profili social, che postano foto o video con al polso orologi di valore, per poi pedinarli, monitorarli e organizzare con soggetti terzi rapine in danno di giovani ragazzi». Il giudice sottolinea anche l’«ostinata prosecuzione dell’attività criminosa» anche dopo l’inizio delle indagini. Tancredi Antoniozzi avrebbe partecipato ai tentati colpi anche mentre si trovava a Bordighera.
Il colpo fallito in zona Parioli
Antoniozzi e David Cesarini - colui che materialmente ha effettuato la rapina - sono stati raggiunti pochi giorni fa da un'ordinanza di applicazione di misura cautelare in carcere (il secondo era già detenuto per aver violato gli arresti domiciliari). Mentre gli altri due complici, Manuel Fiorani e Michael Giuliano, sono indagati a piede libero.
A dare il via alle indagini proprio la denuncia presentata da Fiorani, quando il 23enne avrebbe smesso di assecondare le richieste di Antoniozzi e quest'ultimo avrebbe iniziato a minacciarlo.
Secondo quanto raccontato poi agli investigatori dal complice pentito, i due si sarebbero conosciuti la scorsa estate. Quell’amicizia avrebbe portato Fiorani a collaborare alle rapine. Dopo quella dell’11 dicembre, però, se ne sarebbe pentito e avrebbe raccontato la verità alla vittima facendo scattare le indagini.
Nell'ordinanza viene citato anche un tentativo di rapina organizzato da Antoniozzi in zona Parioli, non andato a buon fine per la presenza di troppe persone nei paraggi.