Da organico dovrebbero essere 44. Ma sono solo 14 medici , che girano in lungo ed in largo la provincia, nelle 11 postazioni dell’Usca, le Unità speciali di continuità assistenziali, che funzionano a giorni alterni. A breve dovrebbero arrivare altri 15 medici a supporto, ma comunque si rimarrà sotto organico. Le squadre, coordinate dal dottore Sisto Milito al momento sono impegnate sia nella gestione dei tamponi nei drive allestiti in tutta la provincia, a Cosenza, Montalto, Casali del Manco, sia in quelli domiciliari per persone anziane o malati covid in quarantena per certificarne la guarigione.

Tamponi domiciliari e chilometri da fare

Serena Gervasi è laureata in medicina e frequenta il secondo anno del corso in medicina generale. Da luglio fa parte dell’unità speciale. Un contratto di 6 mesi, fino a gennaio 2021. Poi si vedrà. Assieme a lei una manciata di giovani che hanno risposto lo scorso maggio all’appello della Regione Calabria. 

Nella squadra dovrebbero essere in due, un medico ed un infermiere, lei però nella sua giornata di lavoro, quando la seguiamo, si muove da sola perché il collega è stato mandato altrove. «E dire che oggi non avrei dovuto neanche lavorare, ma mi hanno chiesto di venire e faccio il servizio. Ormai facciamo turni anche di dodici ore».

Toni, l’autista, la accompagna da una parte all’altra dell’area urbana cosentina. Primo giro, una signora di 87 anni. La figlia nella notte è stata trasportata in ospedale con sintomi di Covid. Lei sembra non manifestare la malattia,  ma è necessario il tampone. «Signora, stia tranquilla, in un paio di giorni avremo il risultato» la tranquillizza la dottoressa. Poi si va da una intera famiglia di Rende in quarantena da dieci giorni, i volti sono provati e stanchi.  Per ogni tampone, la procedura è molto simile: la vestizione, la doppia mascherina, le informazioni al paziente «il tampone della mucosa orale può dare un po’ di tosse, quello nasale un po’ di bruciore».

Al tempo della seconda ondata, la giornata di un medico Usca non finisce mai. Si soffre di carenza di medici ed infermieri, il territorio da coprire è vasto. E si lavora sperando in rinforzi che ancora non sono arrivati.