Schiaffi, calci e spinte, e poi insulti e minacce. Li chiamava «stupidi e maiali» e, adesso è sotto processo a Locri. Si è conclusa ieri, in udienza, l’escussione dei testi delle parti civili in difesa degli alunni, che da quanto emerso dalle indagini e anche da alcuni filmati catturati all’interno della scuola primaria di Palizzi Marina, furono maltrattati, umiliati e subirono percosse dalla loro maestra.

Dalle testimonianze sono emerse le preoccupazioni dei genitori nell’accorgersi di alcuni cambiamenti di comportamento nei propri figli. «Paura e disagio» fino anche a conseguenze fisiche come «la visibile perdita di peso». Da qui la denuncia e l’avvio delle indagini, focalizzate ad accertare le violenze tra le mura della scuola.

Con l’udienza di ieri, gli avvocati delle parti civili, Maria Domenica Vazzana e Adele Pedà, hanno terminato la loro fase istruttoria e il processo è stato rinviato al 30 novembre, data fissata per l’esame dell’imputata. La maestra, che ancora non ha confermato la sua presenza, avrà tempo fino ad allora per decidere se rendere l’esame e sottoporsi anche al controesame delle parti civili.

Le due legali, Vazzana e Pedà, parlano di prove «granitiche» emerse fin qui e confidano che «presto sia fatta giustizia verso queste piccole incolpevoli vittime, e che le famiglie coinvolte possono dimenticare questa triste storia».

La vicenda

Ottobre 2019. La Guardia di finanza di Reggio Calabria esegue un’ordinanza di misura cautelare di sospensione dall’esercizio del pubblico servizio nei confronti di un’insegnante della scuola primaria di Palizzi Marina.

La misura cautelare è volta a impedire alla maestra l’esercizio del proprio ruolo per 12 mesi. A questo punto si arriva dopo una serie di articolate investigazioni partite dalla denuncia di alcuni genitori che avevano notato nei figli dei comportamenti sospetti.

Alcuni bambini erano arrivati a fingere stati di malessere chiedendo di non andare a scuola proprio nei giorni in cui l’insegnante faceva lezione.

A dare manforte ai sospetti la visione di alcuni filmati captati all’interno delle classi e registrati con telecamere appositamente installate all’insaputa di alunni e personale.

I militari avevano anche sentito i bambini, i cui racconti erano andati a completare il quadro, facendo così scattare la sospensione dell’insegnante. Poi l’avvio del processo in corso a Locri.