Morì per uno scambio di persona, 36 anni fa, ora una piazza di Palmi porta il suo nome. Pino Borrello, lo studente universitario ucciso durante la faida tra i Gallico e i Condello, viene ora ricordato solennemente grazie alla delibera approvata all’unanimità dal consiglio comunale e grazie ad una cerimonia a cui fra gli altri hanno partecipato Carmela e Claudio, rispettivamente sorella e fratello del 21enne.

Dall’ottobre scorso ad oggi, prima un dibattito pubblico nella sala consiliare – in cui l’associazione Ouitalos poté spiegare le ragioni dell’obblio e la decisione di un affrancamento – e poi la scopertura di una epigrafe, nella zona sottostante la chiesa del Crocifisso, in pieno centro, che ricorda la vittima di un agguato avvenuto nelle immediate vicinanze.

Sono stati i familiari e il sindaco Giuseppe Ranuccio a rimuovere il drappo, consegnando il segno di un ricordo che vuole diventare memoria vivida. Protagonista della cerimonia, così come fu a ottobre, è stato fra gli altri il giornalista Arcangelo Badolati, mentre una testimonianza toccante è stata quella di Attilio Nostro, compagno di scuola di Borrello, oggi vescovo di Vibo Valentia. A benedire il cartello, che reca la scritta “Largo Pino Borrello - Vittima Innocente di mafia - La mafia uccide, il silenzio pure”, è stato il vescovo Giuseppe Alberti, mentre è toccato ad Enzo Infantino descrivere i passaggi che hanno portato l’associazione Ouitalos a proporre al Comune l’intitolazione. Nel loro intervento, Carmela e Claudio Borrello hanno ricordato le difficoltà patite subito dopo l’omicidio, quando, a fronte di una indagine che si è poi rivelata infruttuosa, la famiglia dovette lasciare Palmi perché ritenuta implicata nella faida.