La tragedia che ha colpito la famiglia Cosentino-Salemme ha gettato nello sconforto la città di Diamante, dove Serena era cresciuta e rimasta fino alla giovinezza. La ragazza ha perso la vita ieri, a 27 anni appena, per aver scelto di compiere una gita romantica in funivia con il fidanzato Hesam che non vedeva da un mese. La cabina sulla quale viaggiavano insieme ad altre tredici persone si è staccata ed è precipitata rovinosamente al suolo. Unico superstite è un bimbo di 5 anni, che nella tragedia ha perso madre, padre, fratellino e nonni, venuti da un altro continente appositamente per passare del tempo con i nipotini. Qui, nella città dei murales, la notizia è arrivata ieri sera intorno alle 20, quando la stampa ha diffuso i nomi delle vittime. Da quel momento la comunità si è stretta in un abbraccio attorno alla famiglia di Serena Cosentino, consolandosi con il ricordo della giovane, che da qui era andata via molto presto in cerca di un futuro migliore.

Il silenzio assordante

Questa mattina a Diamante i cittadini camminavano a testa bassa e in strada c'era un silenzio insopportabile, rotto soltanto dal pianto inconsolabile delle persone che entravano ed uscivano dallo stabile in cui vive ancora la famiglia di Serena. Chiunque qui la ricorda come una ragazza brillante, cresciuta in una famiglia di umili lavoratori, che le avevano insegnato il senso del sacrificio circondandola, al tempo stesso, di amore e di certezze. «I vostri sorrisi, i vostri sguardi orgogliosi, la nostra felicità - scriveva in un post sui social -. Siete bellissimi, grazie di esserci». È il 21 luglio 2019, Serena ha appena discusso con successo la sua tesi di laurea e in una foto è attorniata da mamma, papà, le due sorelle gemelle e il fratellino Maurizio.

Prima l'amore e il successo

Serena aveva scelto di andarsene dalla Calabria subito dopo il diploma conseguito al liceo scientifico Metastasio di Scalea. Avrebbe potuto scegliere di fare la portaborse a questo o quell'altro politico come fanno tanti suoi coetanei, un po' per sopravvivenza, un po' per convenienza, invece Serena aveva scelto la via più lunga difficile, quella dello studio e dell'impegno, delle rinunce, della vita semplice fatta di piccole cose conquistate a forza di sudore e fatica. E la vita, fino a un certo punto della storia, l'aveva anche premiata. Si era laureata con 110 e lode in Monitoraggio e Riqualificazione Ambientale all'università La Sapienza di Roma e ancora prima aveva incontrato l'uomo con cui, dicono gli amici, avrebbe passato volentieri il resto della sua vita, Hesam Shahisavandi, giovane iraniano trapiantato in Italia per motivi di studio e di lavoro. Poi lei si era trasferita a Verbania perché aveva vinto una borsa di studio al Cnr, il centro nazionale di ricerca. Ieri Serena ed Hesam si erano rivisti dopo un mese a causa dell'isolamento forzato per Covid, avevano scelto di celebrare il ritorno alla vita con una gita di amore e coccole ad alta quota, percorrendo in funivia la valle del Mottarone.

Poi la tragedia

Ma i loro sogni si sono infranti lì, d'improvviso, il destino li ha travolti come un fiume in piena e senza possibilità di appello. Un rumore metallico è stato il preludio della tragedia immane, dicono i testimoni. Prima la cabina che corre all'indietro senza freni lungo un filo senza più comandi, poi il tonfo assodante di tonnellate di ferro e acciaio che cadono a strapiombo nel bosco. È tutto finito. Sogni, speranze, ambizioni. Insieme a Serena ed Hesam perdono la vita altre dodici persone. La notizia attraversa l'Italia e arriva fino in Calabria, a Diamante, una comunità che era ancora scossa da un'altra tragedia, quella che si è portato via poco più di un mese fa il 49enne Giuseppe Cauteruccio. E d'improvviso persino quei murales colorati e pieni di vita, che qui hanno fatto l'identità e la storia di intere generazioni, sembrano sparire per un attimo e lasciare spazio e intimità a un dolore così forte che penetra nei muri e distrugge tutto quel che tocca.