Strage in mare

«La tragedia di Cutro si poteva evitare»: chiusa l’inchiesta sul naufragio. Accuse a 6 persone di Guardia costiera e Finanza - NOMI

La Procura di Crotone ha chiuso le indagini sul disastro in cui morirono almeno 98 migranti nella notte tra il 25 e il 26 febbraio 2023. Sono 4 i militari della Gdf nel mirino: avrebbero sbagliato le modalità di azione dopo la segnalazione del caicco

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di Redazione Cronaca
23 luglio 2024
09:51

Diciassette mesi dopo la tragica notte del naufragio a Cutro, la procura di Crotone ha chiuso le indagini sulle responsabilità che hanno portato alla morte di 98 migranti, tra cui 35 bambini, mentre un numero imprecisato di dispersi si aggira attorno alla decina. La tragedia ha visto la sopravvivenza di 81 persone.

Una tragedia che si poteva evitare secondo gli inquirenti che, con la chiusura formale delle indagini, hanno presentato una vasta mole di documenti: migliaia di pagine di approfondimenti, consulenze, valutazioni, chat e immagini. Tra le novità, c'è l'aggiunta di un quarto indagato tra i finanzieri (inizialmente erano tre) e la riduzione degli indagati della Guardia costiera da tre a due. Con la notifica degli atti nelle prossime ore, emergeranno con maggiore chiarezza le responsabilità individuali e le eventuali omissioni. L'inchiesta ha esaminato ogni azione e inazione della notte tra il 25 e il 26 febbraio 2023, la notte del naufragio.


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Secondo il pubblico ministero Pasquale Festa e la procura guidata da Giuseppe Capoccia, i quattro indagati della Guardia di Finanza avrebbero gestito in modo errato la segnalazione del caicco avvistato a 40 miglia dalle coste calabresi e le comunicazioni con la Guardia costiera. In particolare, si contesta loro di aver trattato l’evento come un'operazione di polizia "law enforcement" anziché come un'emergenza di soccorso in mare (evento Sar).

Ma la Finanza, comunicando di intervenire lei come law enforcement, disse: «Ce ne occupiamo noi, mare permettendo», e quel «mare permettendo» avrebbe dovuto – sostiene la procura – allertare di più la Costiera, che sapeva bene che quella notte c’era mare grosso e la situazione meteo era in peggioramento.

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Tra gli indagati, esce dall'inchiesta il responsabile della sala operativa della Guardia costiera di Reggio Calabria. Il nuovo inquisito è invece il capoturno della sala operativa della Finanza di Vibo Valentia, accusato di aver fuorviato la capitaneria con informazioni operative che erano solo intenzioni. Per esempio, comunicò via radio che "un nostro mezzo in pattugliamento sta aspettando il target (la barca con i migranti, ndr) a due-tre miglia dalla costa" mentre in realtà quel mezzo stava rientrando in porto per rifornirsi di carburante.

Nella notte del naufragio, non c’era nessuno ad attendere il caicco "Summer Love" a tre miglia dalla costa. Solo i pescatori a Steccato di Cutro, con le loro torce, cercarono di segnalare alla barca l’avvicinarsi a riva. Gli scafisti, scambiando quelle luci per segnali delle forze dell’ordine, fecero una brusca virata e si schiantarono contro una secca. Mancavano pochi metri alla salvezza, ma l’alba di quel giorno illuminò una scena di strage.

Chi sono gli indagati per la tragedia di Cutro - NOMI

Sono indagati per naufragio colposo e omicidio colposo plurimo Giuseppe Grillo, 55 anni, di Vibo Valentia; Alberto Lippolis, 49 anni, nato a Cercola e residente a Vibo Valentia; Antonino Lopresti, 53 anni, nato a Messina e residente a Roccella Jonica; Nicolino Vardaro, 51 anni, nato a Vibo Valentia e residente a Taranto; Nicola Nania, 49 anni, nato a Taranto e residente a Reggio Calabria; Francesca Perfido, 39 anni, nata a Torre del Greco e residente a Nerola, in provincia di Roma. 

Grillo è finito nell’inchiesta come capo turno della sala operativa del Comando provinciale della Guardia di Finanza e del Roan di Vibo Valentia; Lippolis è indagato come comandante del Roan di Vibo Valentia, reparto investito dell’operazione di monitoraggio e intercetto del caicco Summer Love; Lopresti era in servizio come ufficiale in comando tattico e controllo tattico al Roan di Vibo Valentia; Vardaro è finito nell’inchiesta come comandante del Gruppo aeronavale di Taranto e ufficiale deputato a impartire ordini al pattugliatore Barbarisi, dislocato sul territorio di Crotone, richiesto in supporto dal Roan di Vibo Valentia; Perfidio era l’ufficiale di ispezione in servizio all’Imrcc (Italian maritime rescue coordination centre) di Roma; Nania era l’ufficiale d’ispezione in servizio la notte tra il 25 e il 26 febbraio 2023 al Maritime rescue sub center di Reggio Calabria.

 

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