Onda di disapprovazione dal mondo social alla sentenza di primo grado che ha condannato a tre anni di reclusione Enrico Luzzo, l’uomo che provocò la morte di Daria Olivo, Stanislao Acri e del piccolo Pier Emilio all’altezza di Cassino lungo l’autostrada del sole. L’avvocato Antonio Cozza, tra i legali della famiglia Acri, si ritiene soddisfatto dell’esito ricordando comunque che all’origine del percorso giudiziario si era partiti con una richiesta di archiviazione il cui dispositivo partiva dal presupposto che il responsabile del sinistro fosse Stanislao alla guida della Fiat Punto.

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«L’evento è gravissimo - afferma il legale rispondendo a chi ritiene che la pena sia modesta rispetto a quanto è accaduto. - Per i non addetti ai lavori è difficile far comprendere che una sentenza di condanna a tre anni è una sentenza che il giudice può emettere se si tiene conto che non si tratta di un evento doloso ma di una gravissima distrazione». Il legale sottolinea, inoltre, che «l’imputato ha optato per il rito abbreviato (prevede lo sconto della pena) e che il verdetto è la risultante di quanto prevede la pena in questi casi».