Vincenza Lascala perse il padre nel drammatico evento alla stazione del capoluogo dell'Emilia Romagna di 43 anni fa. Stigmatizza l'indifferenza di Reggio Calabria dove l'allora 56enne non fece più ritorno
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«Mi sento vicina a tutti i familiari che come me hanno perso un congiunto in quella stazione. Persino da qui, mi sento sostenuta da coloro che, anche da oltre confine, sono accorsi a Bologna per ricordare anche mio padre. Qui a Reggio, invece, nessuno ricorda. Neppure il gonfalone della Città è presente a Bologna per commemorare l’unica vittima calabrese di quella strage, mio padre, il reggino Francesco Antonio Lascala».
Dolore ma anche amarezza nelle parole di Vincenza Lascala che ha ancora davanti agli occhi lo strazio e la disperazione di quel giorno e di quelli a seguire.
Francesco Antonio Lascala, ferroviere di 56 anni, era originario di Bianco ma era cresciuto e aveva vissuto a Reggio Calabria. Fu l’unica vittima calabrese della strage di Bologna, consumatasi il 2 agosto 1980. «Eppure nessun luogo lo ricorda e in nessun angolo di questa città oggi si commemora quella strage, pagina tanto dolorosa quanto importante della storia del nostro Paese e di cui anche Reggio, nonostante la sua indifferenza, è parte. Noi familiari abbiamo avuto accanto soltanto l’associazione culturale L’Agorà, nella persona del presidente Giovanni Aiello, che anni fa ha anche presentato una proposta di intitolazione al Comune di Reggio. Ma non è mai pervenuta alcuna risposta», sottolinea Vincenza Lascala che profondamente ringrazia, invece, Bologna che in questi quarantatrè anni ha mantenuto sempre viva la memoria di tutti i familiari. Anche di suo padre.
I comuni di Bianco e di Reggio, dove Francesco Antonio Lascala era nato e aveva vissuto, non hanno ritenuto di commemorare il loro concittadino in questa solenne giornata di memoria per tutto il Paese. Il presidente della Regione, Roberto Occhiuto, su twitter ha ricordato la strage, definendola «una ferita ancora aperta per tutto il nostro Paese. Un incubo che ci trasciniamo da 43 anni, e sul quale occorre ancora fare piena chiarezza. Oggi solo una preghiera per le vittime e la sincera vicinanza ai loro familiari». Nessun riferimento all’unica vittima calabrese. Così anche il presidente del Consiglio regionale, Filippo Mancuso, che ha sottolineato come «Bologna e il Paese, gli italiani, da Nord a Sud, non dimenticano le 85 persone uccise e le altre 200 rimaste ferite, esprimendo vicinanza alle famiglie ed auspicando che la memoria di quel feroce attentato sia da costante monito per difendere la libertà e la democrazia dal terrorismo».
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