Una protesta civile, pacifica, ma ferma. È quella messa in piedi spontaneamente da cittadini e commercianti di Joppolo e Coccorino, esasperati dalla chiusura della “Strada del mare”, la provinciale 23 bloccata dal 7 novembre dello scorso anno a causa della caduta di un enorme masso.

I due centri sono isolati, costretti a far ricorso a un’arteria secondaria che in molti definiscono «una mulattiera», dove gli incidenti sono all’ordine del giorno e la pericolosità sembra maggiore rispetto alla litoranea interrotta.


I manifestanti discutono, si confrontano, avanzano ipotesi eclatanti: il blocco della ferrovia o di arterie di grande importanza per la viabilità provinciale, perché «tanto questa protesta è fine a se stessa, non importa a nessuno», dicono.


Arrivano i politici, l’amministrazione comunale con il sindaco Carmelo Mazza, il consigliere regionale Michele Mirabello. Entrambi non hanno dubbi: la responsabilità è tutta da ricercare nell’immobilismo della Provincia.


In mezzo la rabbia di una popolazione messa in ginocchio da una situazione che appare irrisolvibile. «Vergogna!» è il grido che riecheggia con maggiore vigore.


Giovanni Capua, membro del comitato “Strada del Mare” parla di «problema sociale», e del pericolo che si diffonda l’illegalità: «Qui a breve si dedicheranno tutti a piantare marijuana visto che le attività commerciali e turistiche della zona, a causa della prolungata chiusura della strada, stanno facendo la fame»


Alla fine, la protesta rientra, in attesa dell’incontro che si terrà domani in prefettura tra sindaco, associazioni e cittadini, e che, si spera, possa fornire una soluzione quantomeno temporanea al problema.