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Richiesta di rinvio a giudizio per i cinque indagati coinvolti nell’inchiesta sulla “Strada del mare” che il 4 marzo 2016 ha portato anche al sequestro di beni per equivalente (di recente confermato dalla Cassazione) per un ammontare di cinque milioni di euro. La richiesta al gup di un processo per tutti gli indagati è stata avanzata dal pm, Michele Sirgiovanni, che punta così a dimostrare tutta una serie di irregolarità e reati commessi attorno all’opera pubblica più costosa del Vibonese, pensata per collegare Rosarno a Pizzo passando lungo la costa e per i territori di Vibo Marina, Briatico, Zambrone, Parghelia, Drapia, Tropea, Ricadi, Joppolo e Nicotera lungo il tracciato della ex strada statale 522.
Rischiano il processo: l’imprenditore Vincenzo Restuccia, 76 anni, di Rombiolo, direttore tecnico delle imprese Restuccia; Antonino Scidà, 51 anni, direttore tecnico delle imprese di Restuccia; Giacomo Consoli, 65 anni, di Vibo Valentia, ex dirigente dell’ufficio Lavori Pubblici della Provincia di Vibo Valentia; Antonio Francolino, 52 anni, funzionario della Provincia e responsabile unico del procedimento per la costruzione della “Strada del Mare”; Francesco Giuseppe Teti, 65 anni, di Filogaso, ex funzionario della Provincia di Vibo Valentia.
La Procura di Vibo contesta i reati di truffa e falso in atto pubblico per una serie di irregolarità nei lavori.