“Una commissione regionale d’inchiesta ad hoc al fine di accertare le responsabilità di tutte le Strutture Commissario ad acta compreso” sui ritardi nella costruzione dei nuovi ospedali calabresi di Sibari, Gioia Tauro-Palmi e Vibo Valentia". E’ quanto chiesto dal sottosegretario al Mise, Antonio Gentile, al presidente della giunta regionale calabrese Mario Oliverio. Una richiesta che il sottosegretario propone precisando però che l’istituzione della stessa avvenga solo “qualora ve ne fossero le condizioni e la necessità”. Tutto da vedere, dunque, atteso che non è la prima volta che esponenti politici calabresi propongono commissioni di inchiesta per via dei ritardi nell’avvio delle opere finalizzate alla costruzione dei nuovi ospedali, tenendo anche bene in considerazione che la storia dei tre nuovi ospedali calabresi è diversa l’una dall’altra. In comune solamente il ritardo nell’avvio dei lavori.

 

Gli interrogativi di Gentile. Diversi gli interrogativi che pone Gentile ad Oliverio: “Di quali garanzie si doterà la Regione per il rispetto del cronoprogramma? Ci si rende conto - chiede Gentile - dei disservizi conseguenti alla chiusura di alcuni ospedali, sia in termini di prestazioni sanitarie (accentuata migrazione di utenza), sia di risorse economiche conseguenti alla chiusura di alcuni ospedali in attesa delle costruzioni delle nuove strutture? Queste opere, già appaltate- sostiene Gentile - hanno valore complessivo di circa 500 milioni di euro, cui si dovrà aggiungere quello delle concessioni per 30 anni, che probabilmente avrà un valore simile a quello dell’appalto. Dunque, dopo sei anni, dall’aggiudicazione delle gare si ritorna al punto di partenza”.

 

La proposta “sposata” da Guccione. “Ben venga la commissione di inchiesta – ha invece sostenuto Carlo Guccione – sui tre ospedali di Vibo, Sibaritide e Gioia Tauro chiesta dal sottosegretario Antonio Gentile. Si faccia luce rapidamente e con trasparenza affinché i calabresi sappiano il perché e chi ha impedito che ad oggi i lavori partissero. E si faccia luce sul ruolo avuto in Calabria da lnfrastrutture Lombarde SPA-società partecipata della Regione Lombardia che ha curato, in virtù di una convenzione con la Regione Calabria, la gestione e la progettazione, tra l’altro, della predisposizione della gara per la realizzazione dei tre ospedali calabresi. La verità deve venire a galla.Perché si tratta di soldi già spesi e non si sa dove, quando invece dovevano essere impiegati per la salute dei cittadini. Ritengo opportuno che il Consiglio regionale debba essere la sede in cui il presidente della giunta regionale, attraverso un’informativa dettagliata, possa aprire un dibattito e pervenire a delle determinazioni chiare in merito a questa controversa vicenda che fino ad oggi ha penalizzato la Calabria e i calabresi”.

 

Cronistoria del malaffare  a Vibo. La storia della mancata realizzazione dell’ospedale di Vibo è tuttavia molto più complessa di come rappresentata dalla politica calabrese che la lega al destino degli altri due nuovi ospedali calabresi: Sibari e Gioia Tauro-Palmi. La vicenda è infatti per molti versi ben slegata ai progettati altri due nosocomi.

Risale infatti al 2004 la posa della prima ed unica pietra della costruzione del nuovo ospedale di Vibo Valentia in località “Cocari”. Un anno dopo, quindi, l’operazione “Ricatto” della Procura di Vibo che con l’allora pm Giuseppe Lombardo - oggi sostituto procuratore di punta della Dda di Reggio Calabria - ed i luogotenenti dell'Arma, Nazzareno Lopreiato ("motore" dell'inchiesta) e Stefano Marando hanno scoperchiato un vasto giro di malaffare, corruzione e tangenti intorno alla costruzione della nuova opera pubblica. Il Consorzio pugliese che si era aggiudicato la gara d’appalto si è rivelato infatti - come sancito anche da diverse sentenze dei giudici amministrativi - una “scatola vuota”, priva di uomini e mezzi e quindi incapace di realizzare il nuovo nosocomio.

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L’inchiesta, finita anni dopo fra assoluzioni e prescrizioni dovute alla lentezza della giustizia vibonese per la carenza cronica di magistrati a Vibo Valentia ed il cambio di diversi Collegi giudicanti, ha portato alla luce anche gli interessi politici illeciti intorno alla costruzione del nuovo ospedale, pensato su un sito non idoneo ed a rischio idrogeologico. Lo stesso sito ad oggi rimasto immutato con conseguente previsione di nuovi cospicui fondi nel tentativo di portarlo in una situazione di normalità e sicurezza.

 

Indagato il nuovo appaltatore. Il nuovo appalto è stato aggiudicato ad un consorzio di imprese fra le quali una di Rovigo, la “Guerrato spa” il cui legale rappresentante, Saverio Guerrato (in foto in basso) nel giugno 2016 è stato arrestato (“domiciliari”) nell’ambito di un’inchiesta della Procura di Padova su presunte mazzette in cambio di appalti. Successivamente è stato scarcerato dal Riesame ed attualmente si trova sotto processo con l'accusa di aver pagato al sindaco di Montegrotto, Luca Claudio, una tangente da 174mila euro per ottenere l’appalto per la riqualificazione energetica e l’adeguamento normativo degli edifici comunali e degli impianti di illuminazione pubblica di Montegrotto Terme, in provincia di Padova, assegnato il 30 settembre del 2010. Una commessa del valore di 15 milioni di euro e della durata di 15 anni.

 

Nelle intenzioni iniziali di stipula del contratto, il nuovo ospedale di Vibo Valentia doveva essere completato entro giugno 2017. Per realizzarlo, la capogruppo mandataria “Guerrato spa”, la “Costruzioni Procopio srl" (mandante) e l’impresa “Carchella spa” (mandante), hanno costituito la società di progetto denominata “Vibo Hospital Service spa”.

La “Guerrato spa”. Nata a Rovigo nel 1935 la Guerrato Spa è oggi una delle principali imprese venete, leader nei settori del project financing, facility management, progettazione integrata, realizzazione di opere civili ed impianti tecnologici e speciali, ricerca e sviluppo di energie alternative.

La Guerrato in Veneto viene considerata come un’azienda che negli anni ha saputo mantenere ottimi rapporti con la politica, specialmente con il partito di Alleanza Nazionale al quale viene ritenuta vicina.

 

L’ultimo vertice a Vibo e l’inizio dei lavori il prossimo gennaio. L’ultima riunione sul  nuovo ospedale di Vibo risale al 20 settembre scorso. Il dirigente regionale Domenico Pallaria ha nell’occasione ribadito in Prefettura a Vibo che i lavori di realizzazione del nuovo ospedale inizieranno a gennaio. Il ritardo sarebbe dovuto alla scoperta del metanodotto della Snam che passa nei pressi del sito. L’area per la costruzione del nuovo ospedale rimane quella di contrada Cocari, la stessa che le relazioni contenute nell’inchiesta “Ricatto” della Procura di Vibo definivano come a grave rischio idrogeologico. La politica ha però ritenuto di continuare a pensare l’opera nella medesima area che, per essere messa a norma, ha richiesto nuovo denaro pubblico. E i cittadini intanto aspettano ancora la posa della “nuova” prima pietra.

 

Giuseppe Baglivo