Una delle persone coinvolte avrebbe chiesto un prestito. L'analisi dei documenti di reddito da parte dell'intermediario avrebbe consentito di svelare il sistema illecito
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La presunta truffa ai danni dell'Azienda Ospedaliera di Cosenza perpetrata da alcuni dipendenti infedeli attraverso l'indebita attribuzione in busta paga di ore di straordinario, reperibilità notturna ed altri benefit non dovuti, sarebbe venuta a galla in maniera fortuita, quando una delle persone coinvolte nella vicenda, una donna, si sarebbe rivolta ad una finanziaria per chiedere un prestito. L'agenzia, per valutarne la capacità reddituale, come da prassi, ha richiesto gli ultimi cedolini e la certificazione unica. L'intermediario però, ritenendo anomalo l'ammontare della retribuzione, perché decisamente elevata per un impiegato amministrativo privo di funzioni apicali e dirigenziali, temendo che le cifre fossero state artificiosamente alterate, ha chiesto conferma all'Ente della bontà dei documenti.
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Manipolazione informatica
Le buste paga sono risultate genuine, il loro contenuto invece evidentemente manipolato. Sei nel complesso le persone attenzionate all'esito dei successivi approfondimenti condotti dalla direzione generale dell'Azienda. In cinque avrebbero intascato emolumenti extra per un totale di circa 300mila euro. La sesta persona avrebbe invece materialmente effettuato gli accessi al sistema informatico, non è chiaro se hackerando il software oppure, più probabilmente, con l'utilizzo improprio di una password legittimamente detenuta per motivi di servizio.
Nei loro confronti è stato aperto un procedimento disciplinare che potrebbe sfociare nel licenziamento, mentre la documentazione raccolta è stata trasmessa alla Procura di Cosenza che avrebbe aperto un fascicolo e delegato la Guardia di Finanza a compiere gli accertamenti del caso. Truffa ai danni dello Stato e appropriazione indebita i reati ipotizzati.