Alle 5,30 del mattino è ancora buio alla stazione di Cosenza dove si apprestano a partire i primi convogli verso Sibari, Sapri e Reggio Calabria. I pendolari giungono alla spicciolata e non hanno espressioni felici. La stangata in arrivo dal primo ottobre sulle tariffe degli abbonamenti di Trenitalia sulle tratte regionali inciderà e non poco sul bilancio familiare.

Rincari insostenibili

Gli utenti stigmatizzano non tanto l'aumento della tariffa, ma le proporzioni di questo incremento che per alcune tratte supera il cinquanta percento: «Anche perché il servizio - lamentano - non è all'altezza di un paese civile. Viaggiamo in carrozze datate e spesso in ritardo». I pendolari hanno già da tempo attivato una chat e meditano di costituirsi in un comitato: «Stiamo già raccogliendo le firme proprio per chiedere alla Regione di rimodulare questo accordo perché il rialzo intacca soprattutto il bilancio di dipendenti pubblici, insegnanti e studenti, categorie a basso reddito. Una beffa per chi era riuscito a risparmiare pochi spiccioli con il bonus polverizzato da questi incrementi».  Le modalità di ritocco dei costi di viaggio vanno ricercate nel contratto di servizio sottoscritto nel dicembre 2019 tra l'autorità regionale dei trasporti, rappresentata in quel momento da Francesco Cribari, e Trenitalia.

L'allegato 4b

Nell'allegato 4b si parla di adeguamento in tre fasi del costo dei titoli di viaggio di cui una, quella intermedia, da calcolare proprio tra il primo agosto 2022 ed il 31 luglio 2024. Si parla dell'applicazione di una tariffa base calcolata come media pesata della tariffa applicabile al momento della sottoscrizione del contratto di servizio, quindi il dicembre 2019, e della tariffa base applicabile a regime. I due valori hanno però un peso diverso nel calcolo che deve tenere conto, si legge ancora nell'accordo, pure dell'adeguamento inflattivo e degli indicatori di un meccanismo di price cap a cui le tariffe stesse sono agganciate.

C'è un limite massimo?

Insomma, si tratta di un sistema complesso da cui vengono fuori i nuovi costi degli abbonamenti. Tuttavia c'è un passaggio chiave sottolineato dagli utenti, in cui si parla di incidenza massima in aumento del dieci percento del price cap sulla riparametrazione delle tariffe. Ed è su questo punto che le associazioni si aggrappano per contestare l'esoso rincaro.

Paradosso calabrese

L'applicazione del nuovo listino intanto genera distorsioni e paradossi. Ad esempio per l'abbonamento sulla tratta Praja-Reggio Calabria l'importo dell'abbonamento a partire dal primo ottobre sarà di 242 euro. Ma da Acquafredda, in Basilicata, percorrendo 20 chilometri in più, il prezzo scende a 157 euro. Con un risparmio di 90 euro dovuto probabilmente alla differente parametrazione delle tariffe interregionali. Sulla tratta Acquafredda-Reggio Calabria il prezzo è addirittura più basso rispetto a quella tra Lamezia Terme e Reggio che dal primo ottobre costerà poco meno di 163 euro.