Presenti nella capitale anche i lavoratori dello scalo della Piana. Il blocco del traffico aereo provocato dal Covid-19 ha avuto pesanti ripercussioni sulla categoria. «Esclusi dagli stanziamenti del governo»
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Anche i lavoratori stagionali dell’aeroporto di Lamezia Terme hanno aderito alla protesta pacifica tenutasi a Roma davanti a Montecitorio per sollecitare interventi economici a loro sostegno da parte del governo. Il blocco del traffico aereo ingenerato dal Covid-19 ha avuto pesanti ripercussioni sulla loro categoria.
In migliaia sono rimasti a casa, più di ottanta quelli del solo scalo lametino. In una lettera indirizzata al presidente del Consiglio Giuseppe Conte, gli stagionali di Lamezia, Roma Fiumicino e Ciampino, Napoli, Venezia, Treviso, Bari e Brindisi, denunciano la perdita totale della stagione lavorativa 2020 con il solo, limitato e destinato ad esaurirsi, sostegno dell’indennità di disoccupazione (Naspi).
«I lavoratori stagionali vengono inseriti in organico nei periodi di maggiore attività e rappresentano un ingranaggio essenziale affinché il sistema aeroportuale possa essere sempre efficiente e funzionare al pieno delle sue capacità, in particolar modo nei periodi di maggiore traffico. Tali lavoratori – sottolineano – da sempre, garantiscono i medesimi livelli di professionalità dei colleghi a tempo indeterminato e sono parte fondamentale per il funzionamento delle numerose aziende operanti nel comparto aeroportuale».
«Una larga parte di noi è esclusa anche dagli aiuti stanziati dai provvedimenti successivi al decreto Cura Italia, dedicati agli “stagionali diversi dal settore turistico e degli stabilimenti termali”. Per colpa di incomprensibili paletti legislativi – si legge nella lettera – incongruenze e conflittualità negli articoli ed a causa dell’organizzazione frammentaria e discontinua dei contratti di lavoro, una larga parte dei lavoratori aeroportuali stagionali si vedrà rifiutata la domanda per un qualsiasi tipo di aiuto o ammortizzatore sociale dedicato ai lavoratori danneggiati dalla crisi Covid-19».
«Si troveranno esclusi, ad esempio, i lavoratori che hanno terminato i sussidi di disoccupazione prima del mese di marzo, coloro che hanno lavorato in piena crisi pandemica e che, proprio per tale motivo, non potranno accedere ai sostegni statali; ancora – spiegano – i lavoratori che risultano impropriamente non registrati con la dicitura “stagionale”, esclusi, senza poter fornire ulteriore documentazione che attesti la loro condizione di stagionalità».
«Il farraginoso e contraddittorio quadro normativo che regola i sussidi straordinari ai lavoratori danneggiati dalla crisi Covid-19, i ritardi nell’attuazione di misure, come la sospensione dei licenziamenti, o nell’emanazione dell’apposita circolare Inps relativa al prolungamento della Naspi, seppur di soli 2 mesi, stanno lasciando migliaia di lavoratori bloccati in un limbo senza possibilità di uscita, privati del reddito e dei sussidi che pure spetterebbero loro di diritto».
Chiediamo – concludono – un impegno ed un riscontro concreto, per far sentire a migliaia di lavoratori che si sentono abbandonati dal proprio Paese, che da questa crisi c’è una via d’uscita e che è intenzione dello Stato e di tutti gli enti preposti, garantire a decine di migliaia di lavoratori aeroportuali stagionali in tutta Italia il diritto di tornare, dignitosamente, a far volare il Paese».