Un drone spione che sorvola il giardino di casa e registra ogni movimento: un incubo che si è trasformato in realtà per una giovane donna del lungomare di Rossano. Durante le recenti festività natalizie, quella che sembrava una serie di semplici coincidenze si è rivelata un’inquietante violazione della privacy.

Il dispositivo volante, dotato di telecamera, ha sorvolato più volte la villa della donna, registrando presumibilmente ogni dettaglio della sua vita privata. Una persecuzione tecnologica andata avanti per giorni, fino a quando il drone, a causa di un malfunzionamento o di una manovra sbagliata, è precipitato a terra vicino al cancello dell’abitazione. È lì che la giovane, ormai esasperata, lo ha recuperato, decidendo di non rimanere più in silenzio.

Per tutelarsi, la donna si è affidata all'avvocato Francesco Nicoletti, che ha immediatamente sporto una denuncia circostanziata all’Autorità Giudiziaria per individuare e punire i responsabili di queste condotte moleste. «È vietato utilizzare i droni per sorvolare e filmare proprietà private senza il consenso del proprietario – ha sottolineato il legale –. Si tratta di un’invasione di privacy che può configurarsi come reato (ai sensi dell’articolo 615-bis del Codice Penale), con pene che arrivano fino a quattro anni di reclusione. La legge non ammette giustificazioni». La vicenda ha sollevato un problema ben più ampio: l’uso sempre più diffuso di droni come strumenti di controllo non autorizzato. Oltre ai rischi per la sicurezza, infatti, la loro capacità di acquisire immagini ad alta definizione solleva interrogativi inquietanti sulla protezione dei dati personali. Nel caso specifico, la diffusione di eventuali registrazioni effettuate abusivamente potrebbe aggravare ulteriormente la posizione del responsabile.