Ci sarà ancora da attendere per i 14mila specializzandi in Medicina e Chirurgia che da settembre sono precipitati in un limbo amministrativo; senza graduatoria nè possibilità per ora di prendere servizio. «Il 30 dicembre, ossia tra 21 giorni noi dovremo iniziare a lavorare e iniziare il nostro percorso formativo di specializzazione ma non abbiamo risposte. Abbiamo solo una graduatoria provvisoria e saremo costretti ad attendere la sentenza del Consiglio di Stato» spiega Marco Bisurgi, specializzando in Medicina e Chirurgia, tra quelli che questo pomeriggio hanno animato un sit in di protesta a Catanzaro.

 

Il 22 settembre, 24mila in tutta Italia hanno partecipato al concorso per ottenere le borse di studio e poter accedere così alle scuole di specializzazione. In Calabria circa 900 ancora appesi ad una graduatoria provvisoria a causa di più ricorsi depositati in sede amministrativa. Il 5 ottobre, infatti, viene pubblicata la prima graduatoria provvisoria ma impugnata dinnanzi al Tar da un gruppo di corsisti di Medicina Generale rimasti esclusi dai requisiti previsti dal bando.

 

Non i soli ricorrenti, davanti ai giudici amministrativi vengono depositati altri due ricorsi che riguardano anche i punti curriculari e i requisiti di ammissione alle borse di studio: «Noi chiediamo chiarezza da parte del ministero dell'Università e della ricerca - aggiunge Marianna Lo Iudice, specializzanda -. Chiediamo dignità e rispetto per tutti i colleghi che si sono impegnati per sostenere questo concorso e che ancora oggi non sanno cosa sarà del proprio futuro dal momento che ancora non abbiamo ricevuto le assegnazioni». E, in effetti, le assegnazioni sarebbero dovute avvenire il 12 di ottobre ma ancora oggi si attendo l'esito della sentenza nel frattempo giunta al Consiglio di Stato.

 

Un'impasse dai contorni kafkiani. 14mila futuri camici bianchi ostaggio di veti incrociati in piena emergenza e quando specializzandi ancora in formazione vengono reclutati per fronteggiare il virus in corsia. «È molto grave, innanzitutto, perchè i medici non specializzati in questo periodo - conclude Marco Bisurgi - hanno lavorato nelle usca, nel contact tracing e anche nelle rsa covid in prima linea contro la pandemia. Ma soprattutto di recente abbiamo avuto notizia che il ministero dell'università e della ricerca e quello della Salute intendono utilizzare i medici specializzandi per effettuare i vaccini Covid».