VIDEO | Sit-in di vicinanza alle forze dell'ordine. Nella serata di ieri l'auto del maresciallo D'Ambrosio, parcheggiata vicino alla caserma, è stata raggiunta da colpi di arma da fuoco
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Dopo l’episodio avvenuto ieri sera, con i colpi di arma da fuoco contro l’auto privata maresciallo Orlando D'Ambrosio, parcheggiata proprio sotto la caserma della stazione dei carabinieri di Cetraro, Libera scende in campo e alza la voce. Il sodalizio ha promosso e concretizzato un sit-in di vicinanza nei confronti dell’Arma (da Mezzogiorno di oggi 14 marzo) presso la Piazza della Solidarietà Veneto Trentina. All'iniziativa aderiscono anche Luigi de Magistris, candidato alla presidenza della Regione, Nicola Morra, presidente della Commissione Antimafia e il senatore dem Ernesto Magorno.
Gli arresti a Cetraro
«C’era da aspettarselo! Soprattutto dopo gli ultimi arresti avvenuti nei giorni scorsi a Cetraro, che una qualche reazione ci sarebbe stata. Certo – affermano i referenti del presidio territoriale di Libera “Ferrami”- nessuno poteva immaginare che fosse così immediata e grave: almeno cinque colpi di pistola indirizzati alla macchina del maresciallo neo comandante della stazione dei carabinieri di Cetraro.
Un episodio che ci riporta indietro a circa tre lustri orsono, quando veniva presa nuovamente di mira un’auto dei militari di Cetraro a colpi di AK47. Ora – aggiungono - assisteremo alle solite scolorite dichiarazioni di solidarietà dalle quali non emerge mai la parola ‘ndrangheta, che per alcuni è tabù, a tal punto che non può essere pronunciata, semplicemente perché a Cetraro non esiste».
La vicinanza alle forze dell'ordine
Per Libera si tratta di «un attacco di una gravità assoluta soprattutto perché rivolta verso le forze dell’ordine che da diversi anni stanno svolgendo un lavoro costante e continuo, per fronteggiare il fenomeno dello spaccio di droga. Per di più – fanno presente - alle 19,30, con i negozi aperti e gente per strada. Un attentato alle istituzioni, quindi allo Stato democratico, perpetrato da chi preferisce la violenza, l’illegalità, il sopruso».
«Abbiamo bisogno di metterci la faccia»
Come presidio Libera «stiamo a fianco delle forze dell’ordine ed auspichiamo che questo attentato scuota le coscienze, a volte “distratte” delle realtà associative, culturali, politiche e religiose. Abbiamo bisogno di metterci la faccia, anche attraverso i social troppo spesso utilizzati solo per stare alla finestra per vedere cosa accade. Desolante – evidenziano - l’assenza di tutte le realtà citate alla consegna dell’Hotel La Perla. Non si risolve il problema della Locale di 'ndrangheta presente sul nostro territorio, facendo finta che non esista o peggio ancora ridimensionando gli eventi criminali “ai soliti quattro delinquenti”. Occorre – concludono - un sussulto di coscienza, che porti ciascun libero ed onesto cittadino e l’intera società civile a prendere le distanze con atti concreti».
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