Con le sue dichiarazioni, il falegname di Rombiolo nel 2009 aveva fatto scattare l'operazione Pinocchio. In sei sono tuttora imputati per usura. Sull'intimidazione indaga la Squadra mobile di Vibo Valentia
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Intimidazione ai danni di Michele Tramontana, il falegname di Rombiolo che, grazie alle sue dichiarazioni, ha fatto scattare nel marzo 2009 l’operazione denominata “Pinocchio” con il coordinamento della Dda di Catanzaro. Un colpo di fucile è stato sparato all’indirizzo dello sportello dell’auto di Tramontana parcheggiata in una via di Rombiolo. È stato lo stesso falegname a denunciare l’accaduto alla Squadra Mobile di Vibo Valentia che ha avviato le indagini sull’accaduto.
Il 26 maggio scorso, il testimone di giustizia nel corso di una conferenza stampa nello studio del suo avvocato, Giovanna Fronte, aveva resa pubblica la sua “odissea”, fatta di colossali ingiustizie, sottovalutazioni del caso, provvedimenti assurdi ed un totale abbandono da parte dello Stato. Grazie alle sue dichiarazioni sotto processo dinanzi al Tribunale collegiale di Vibo Valentia sono tuttora imputati per usura: Roberto Cuturello, 52 anni, di Limbadi; Raffaele Gallizzi, 45 anni, di Motta Filocastro, frazione di Limbadi; Pantaleone Rizzo, 41 anni, residente a Novara; Giorgio Galiano, 43 anni, di Vibo Valentia; Raffaele Lentini, 62 anni, di Vena di Ionadi; Michele Marturano, 44 anni, residente a Roma.