VIDEO | Martedì mattina invece saranno gli studenti a scendere in piazza. Con loro ci saranno don Ennio Stamile, referente regionale di Libera, e Tiberio Bentivoglio, l'imprenditore calabrese che si è opposto alle richieste di pizzo da parte della 'ndrangheta
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Dopo aver riunito d'urgenza associazioni, parroci, forze dell'ordine, forze politiche della città e una delegazione di studenti, il sindaco di Diamante, Ernesto Magorno, ha comunicato che il prossimo lunedì, alle 18.30, si terrà una una fiaccolata che partirà da Piazza XI Febbraio e giungerà in Piazza Municipio. L'iniziativa, nata all'indomani della sparatoria in un bar in pieno centro cittadino, è stata fortemente voluta dalle parrocchie e dell’amministrazione comunale per dire "no" alla violenza. All'evento sarà presente anche don Ennio Stamile, referente del coordinamento regionale di Libera. «Sia ben chiaro - ha detto Magorno - chi compie atti criminali nella nostra città non lo consideriamo un cittadino. Noi siamo lo Stato, loro sono dall'altra parte, sono l'anti Stato».
La manifestazione degli studenti
La fiaccolata «è un segnale immediato e forte contro la violenza - ha detto ancora il sindaco - che serve ad avviare un’azione unitaria, culturale e di prevenzione che coinvolga soprattutto i giovani». E saranno infatti loro, gli studenti, che scenderanno in strada anche martedì, per discutere di quello che è accaduto. Insieme a don Ennio Stamile, che sarà presente anche a questa manifestazione, ci sarà Tiberio Bentivoglio, «l’imprenditore calabrese esempio di coraggio e impegno per aver detto "no" alla ‘ndrangheta».
L'intervento tempestivo dello Stato
Per la sparatoria di ieri al momento risultano tre fermi. Si tratta di tre persone del posto. «Ringrazio la magistratura e i carabinieri della compagnia di Scalea, coordinata dal capitano Andrea D’Angelo, e della stazione di Diamante, comandata dal Maresciallo Maggiore Danilo Guidi, per la tempestiva ed incisiva azione seguita agli accadimenti di ieri - ha precisato il primo cittadino -, sottolineando comunque la necessità, come sollecitato da tempo, di dotare di maggiori mezzi e uomini le forze dell’ordine sul territorio».
Lunga scia di violenze nel Cosentino
Il sindaco si è detto molto preoccupato. La sparatoria di ieri è solo l'ultimo, inquietante episodio di violenza registrato non solo a Diamante, ma nell'intero territorio dell'alto Tirreno cosentino. «A mio avviso - ha continuato il primo cittadino - c'è uno scontro tra clan, uno scontro per il controllo del territorio, per il controllo della droga. C'è qualcosa che non va e va affrontato. Abbiamo bisogno di altre forze dell'ordine, quelle che abbiamo fanno un grande lavoro ma non bastano. Ad oggi, nel nostro territorio, lo Stato viaggia a una velocità inferiore a quella della criminalità».
Il Comune pronto a costituirsi parte civile
L'amministrazione comunale, fanno sapere le istituzioni diamantesi, si costituirà parte civile nel processo che «sicuramente, farà giustizia su quanto accaduto ieri sera». La scelta serve a «testimoniare una scelta di campo contro ogni forma di violenza e di prevaricazione». Poi il sindaco ha concluso: «Il seme dell'ingiustizia non avrà mai radici a Diamante. In queste ore si è realizzata una straordinaria unità tra istituzioni politiche, religiose, militari e società civile, una vera e propria saldatura in nome della legalità e della difesa dei valori più alti che animano la nostra gente. E in nome di questo comune sentire, fatto di rispetto e difesa dell'altro, che è nostro dovere andare avanti con rinnovata energia e consapevolezza».