L'affermazione degli avvocati arriva dopo l'iscrizione nel registro degli indagati di una terza persona e si baserebbe sulle «informazioni assunte durante le indagini difensive»: la colluttazione sarebbe stata solo tra il 44enne e l'agente Sortino
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«Al momento dello sparo il poliziotto non era aggredito da più persone». Lo sostengono gli avvocati Tiziano Saporito ed Andrea Filici, legali della famiglia di Francesco Chimirri, il pizzaiolo di 44 anni, morto il 7 ottobre scorso dopo essere stato raggiunto da un proiettile al petto sparato da un vice ispettore della polizia, Giuseppe Sortino di 37 anni, al culmine di una lite.
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L'affermazione dei legali, fatta in base «alle informazioni assunte durante le indagini difensive che stiamo portando avanti», arriva dopo l'iscrizione nel registro degli indagati di una terza persona, un automobilista crotonese coinvolto nell'incidente con Chimirri da cui è scaturito l'inseguimento da parte del vice ispettore e la successiva lite finita in tragedia nel quartiere di Lampanaro, alla periferia sud di Crotone.
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Gli avvocati della famiglia Chimirri, nel corso del mandato (difendono anche Domenico Chimirri dall'accusa di tentato omicidio), avrebbero assunto informazioni secondo le quali la colluttazione al momento dello sparo sarebbe stata solo tra Francesco Chimirri e Giuseppe Sortino.