In servizio in un piccolo comune della Presila, Fossato Serralta, era stato arrestato nello scorso settembre. Il giudice ha ora applicato le misure dell'obbligo di dimora e di presentazione alla polizia giudiziaria
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Il giudice per le indagini preliminari presso il Tribunale di Catanzaro, Gabriella Pede, in accoglimento dell’istanza formulata dagli avvocati Arturo Bova e Ugo Fusto ha disposto l’immediata scarcerazione di Alessandro Cua che dovrà comunque rispettare l’ordine dell’obbligo di dimora nel Comune di Catanzaro e di presentazione quotidiana alla polizia giudiziaria.
Cua, agente della polizia locale in servizio a Fossato Serralta, era stato tratto in arresto lo scorso 9 settembre a seguito dell’operazione condotta dai carabinieri della Stazione di Pentone, coadiuvati dai colleghi di Bologna. Il Gip del Tribunale di Catanzaro, su richiesta della locale Procura della Repubblica, aveva emesso ordinanza di custodia cautelare nei confronti del 48enne catanzarese e di Massimo Longo, 53enne originario di Catanzaro, da poco trasferitosi nel bolognese.
Cua è accusato, unitamente ad altri 16 indagati, di aver posto in essere attività di spaccio al minuto di sostanze stupefacenti del tipo marijuana e cocaina nei comuni di Fossato Serralta, Catanzaro, Marcellinara, Stalettì e Sellia Marina, nonché, di essersi reso responsabile di varie estorsioni ai danni di diversi assuntori morosi. Lo stesso, secondo l’impianto accusatorio della Procura, avrebbe inoltre favorito la prostituzione di donne straniere in diversi comuni della provincia, si sarebbe assentato fittiziamente dal servizio dell’ente di appartenenza ed avrebbe simulato un incidente stradale con altro veicolo volto ad ottenere un risarcimento, incidente che invece è risultato essere autonomo.
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Lo scorso mese di gennaio, la Corte di Cassazione, in accoglimento del ricorso cautelare promosso dai legali di Cua - avvocati Arturo Bova e Ugo Fusto -, aveva annullato parzialmente, con rinvio al Tribunale del Riesame di Catanzaro, l’ordinanza impugnata, ritenendo meritevoli di accoglimento i motivi di ricorso avanzati dai difensori di Cua relativamente ai capi d’imputazione allo stesso ascritti, in particolare con riferimento alle accuse di estorsione, falso ideologico e truffa. Nella giornata di ieri, la decisione del giudice per le indagini preliminari presso il Tribunale di Catanzaro.